giovedì 6 febbraio 2020

La Torre di Guardia.
Un giornalino distribuito in ogni angolo di piazza, a qualsiasi ora del giorno e della sera e nei modi più strani e bizzarri.
Ogni espositore a piramide che mi capita di scansare è sempre vigilato da uomini o donne infreddoliti, vestiti da testimoni che un tempo venivano denominati studenti biblici.
Silenziosi e nudi, oggi più di ieri si muovono con la speranza di far cambiare idea a qualche pecorella smarrita.
Mi chiedo perché perdere il proprio tempo ad allacciare cravatte scadute e corpetti passati di moda.
Mi chiedo perché rimanere impalati con le mani raccolte dietro la schiena a sorridere senza dire una parola ai passanti.
Mi chiedo perché si decide di predicare il verbo la domenica mattina, nell'unico giorno in cui gli stessi corridori che evitano quelle piramidi per tutta la settimana possono riposare un po' di più.
Ieri sera ho sorriso davanti alla stazione di Porta Susa ad uno di questi faraoni; era assistito da due ragazze immobili che parevano sentinelle di guardia alla speranza.
Mi sono fatto autorizzare a scattare questa foto e poi via, un inchino, un grazie e un arrivederci.
Ogni uomo vive il proprio credo nella staticità del proprio corpo, quando lo smuove alla domenica mattina e cerca di individuare la strada giusta che però perde alla prima derapata, quando ricerca la verità che diviene frutto dei percorsi tracciati dalla sua vita, quando si ricorda che esiste qualcuno a cui confidare i mali di una settimana intera.
Credere non è rispondere al futuro ma domandarsi del presente.
Svegliatevi.




meraklidikos@gmail.com

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