venerdì 30 dicembre 2022

Se avessi potuto, vi avrei abbracciato ancora, stringendovi più forte e uno ad uno.
Avrei allargato le mie braccia molto di più, senza mani, senza confini, senza la preoccupazione di perdermi dentro quel calore che da sempre ha scaldato ciò che eravamo e ciò che siamo, ciò che avevamo e ciò che abbiamo, ciò che abbiamo letto e ciò che scriveremo ancora insieme.
Una fine dell'anno sorprendente, un inizio dell'anno superlativo.
Noi, fine ed inizio, da sempre e per sempre.
Brindo ancora all'amicizia, quella vera, la nostra.
Arrivederci a presto, pezzi di puzzle a cui mai rinuncerò.




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domenica 25 dicembre 2022

L'Argentina è diventata per la terza volta campione del mondo escludendo la Francia dal titolo.
Gianluca Vialli combatte ancora a muso duro una malattia che non lo abbandona, mentre Sinisa Mihajlovic non ce l'ha fatta nonostante ce l'avesse messa tutta.
La Meloni vuole togliere il reddito di cittadinanza, ma i nullafacenti che lo percepiscono ancora, scendono in piazza perché non lo ritengono giusto.
Tutti ponderano i consumi di luce e di gas, rimanendo comunque al caldo e con la televisione accesa, mentre in Russia ed in Ucraina si continua a morire.
L'ordinario rende il mondo regolare, ma lo straordinario inevitabilmente lo completa.
Nel frattempo tra qualche giorno arriverà per tutti il Natale.
Avremo nuove notizie tristi da ascoltare, ma anche cose belle da condividere.
Sui giornali leggeremo storie di chi vince e di chi perde, di chi sopravvive e di chi muore, di chi apre i rubinetti per annegare il mondo e di chi prova a richiuderli per evitare che questo accada.
Ci saranno bombe che cadono sopra case fredde e regali scartati davanti a presepi illuminati a giorno dentro case calde.
Organizzeremo cene di fine anno sperando che gli antipatici siano assenti, ma puntualmente taglieremo il panettone con le loro braccia tese davanti a noi, misericordiose e caritatevoli ad aspettare la prima fetta.
La storia degli uomini è ciclica come un turno in quinta.
Dalla sera al pomeriggio, dal mattino alla notte: tutti a correre dietro a chi sbaglia, tutti a scrivere o a leggere in attesa della fine di ogni turno.
Poi il riposo, quello assegnato e quello negato, quello non fruito e retribuito con un cambio turno e quello concesso anche contro la nostra volontà.
Ogni uomo da lo 011 al suo destino, ma non per tutti gli equipaggi la risposta equivale ad uno 016, ed è per questo che nella vita degli uomini non tutti sono tenuti a capire, perché non tutto sempre si può spiegare.
E allora buon Natale a chi come noi ci crede ancora e vuole vivere senza ferire, a chi come noi rappresenta il bene e continua a correre per arrivare prima del male e a chi come noi brinda e alza il bicchiere anche davanti all'arroganza e alla supponenza di chi ci vorrebbe sdraiati e vicini allo smontante.
Buon Natale a chi come noi alza la coppa tutti i giorni, a chi come noi ha poco reddito ma tanta cittadinanza e a chi come noi continuerà a combattere ogni leucemia politica che proverà ad infettare l'entusiasmo con cui decoriamo il nostro lavoro.
Crepi l'invidia e chi la rappresenta, perché nel nostro presepe c'è solo vita.
Buon Natale colleghi miei, a voi che sapete bene cosa vuol dire fiducia, a voi che perdonate e sapete farvi perdonare, a voi che sapete stare a questo mondo in piedi, con le spalle larghe e la schiena dritta, proprio come tutti giorni provo a starci anche io.




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sabato 24 dicembre 2022

Oggi nessuno di noi avrà il tempo di fermarsi.
Correremo tutti dietro ai regali dell'ultimo minuto, al pesce più fresco sui banchi del mercato e al panettone artigianale sfornato di recente.
Oggi nessuno di noi avrà il tempo di rimanere in silenzio.
Ascolteremo i passi affrettati nella neve ormai acquosa, i baci formali scambiati per strada e le nenie natalizie che accompagnano le luminarie.
Oggi nessuno di noi si concederà un po' di riposo.
Cucineremo per ore quello che non abbiamo mangiato per un anno intero, mangeremo fino a tardi senza pensare a cosa fare domani e scarteremo regali donati e ricevuti senza neppure interessarci del tempo che è trascorso.
Eppure questa è la vigilia di Natale.
Tutti dovremmo seguire la stella che porta a Betlemme, aspettare la mezzanotte per cantare "Gloria a Dio" e gioire per la nascita di un Re che resetti ogni Repubblica e ogni Monarchia, ogni decreto legge e ogni manovra finanziaria, ogni tredicesima già spesa e ogni imposta ancora da pagare.
A me piace immaginare diversamente le strade che oggi tutti percorreremo.
Vedo ogni uomo immobile e in silenzio, non condizionato dalla sua latta rumorosa e non disturbato dagli eventi che scrivono la sua storia.
Vedo ogni uomo con il proprio Natale in mano, rosso e caldo, illuminato dalla speranza di trovare il mago che potrà donargli cosa cerca veramente e scaldato dalla certezza che tutto questo non sarà impossibile da realizzare.
Vedo ogni uomo felice per quello che ha ed orgoglioso di quello che è.
La grande festa è alle porte ormai.
Sarebbe veramente un peccato risvegliarsi a Santo Stefano senza aver goduto del giusto riposo interiore e senza aver sfruttato questa ghiotta occasione per ricordare che il Natale non è nient'altro che un bel check up al nostro cuore.
Un esame, un test diagnostico eseguito su indicazione di un medico appena nato, povero e infreddolito, ma scaldato da un bue e un asinello che fanno invidia al gas di Vladimir.
Vedo per ogni uomo un Natale di accertamenti volti a conoscere in maniera approfondita lo stato di salute della propria anima.
Quel Mago donerà solo cose belle a tutti quelli che gliele chiederanno, ma questo accadrà solamente se la morbidezza del cuore degli uomini saprà smontare ogni latta arrugginita che comprime abitudini e stili di vita.
Spero che la vigilia di Natale possa aiutare tutti noi a preparare una grande festa, fatta di perdono e sorrisi sinceri.
Il mondo delle streghe malvagie dell'Ovest si allontani dagli uomini.
In terra abbiamo solo bisogno d'amore e, il Natale che sta per arrivare, ce ne donarà quanto ne vogliamo.



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venerdì 16 dicembre 2022

Illustrissimo Signor Questore.
Chi le scrive è portavoce di una delle rappresentanze sindacali più numerose degli appartenenti alla Polizia di Stato della Provincia di Torino.
È spiacevole dover trovare il tempo di contestarle delle scelte durante questi giorni così pieni di luminarie natalizie, ma mai come in queste ore sento il peso della responsabilità che ricopro.
Pertanto proverò a raccontarle una storia che non avrà certo un lieto fine.
Dall'inizio dell'anno ci siamo confrontati sulle soluzioni che potevano essere adottate per fronteggiare le emergenze connesse all'Ufficio Passaporti della nostra Provincia.
Spesso lo abbiamo fatto seduti ad un tavolo congiunto, unitamente ad altre Organizzazioni Sindacali.
Di raro telefonicamente utilizzando la disponibilità del Signor Vicario.
Qualche altra volta per interposta persona, condizionati da eventi e situazioni contingenti sempre legate al lavoro.
Abbiamo cercato di non essere considerati recidivi nel contestarle certe scelte e presuntuosi nel provare a convincerla che in fin dei conti avevamo ragione noi.
A distanza di mesi siamo ancora qui, a glissare su quanto non è stato fatto e si sarebbe potuto fare.
Ci ritroviamo a manifestarle il nostro dissenso relativamente alla decisione scellerata delle aperture straordinarie al pubblico fino a primavera dell'Ufficio Passaporti.
Siamo stati informati solo parzialmente di questa sua decisione, con gli strumenti previsti e nei tempi consoni, ma scoprire solo dagli organi di stampa e a giochi ormai fatti le sue intenzioni, ci ha lasciato perplessi.
Già, perché ha preferito non condividerle con le Organizzazioni Sindacali che da sempre le hanno mostrato disponibilità nella risoluzione dei problemi e alto senso etico per affrontarli di comune accordo.
Tutto questo ha il sapore della delusione e della resa.
Questa volta no.
Questa volta il succo è tratto da un frutto nato dal tentativo di salvare la faccia davanti ai cittadini e, forse, alla politica, privando chi è titolato a salvaguardare il benessere dei colleghi, d'intervenire per rallentare o addirittura fermare quanto deciso.
I colleghi in servizio all'Ufficio Passaporti sono stanchi.
Chiedevano solo di essere ascoltati, da lei e da nessun altro, per raccontarle come vivono la gestione di questa criticità che ormai va avanti da mesi.
Con lo strumento del tavolo congiunto che le era stato richiesto e grazie alle parole di chi li rappresenta, avrebbero potuto suggerirle strade diverse da percorrere, scadenzari nuovi e piani di rientro nei ritardi conclamati diversi da quello semplicistico e riduttivo di impiegarli per tutti i sabati avvenire, magari alternando il carico di lavoro burocratico che stanno sostenendo, ai soliti servizi di Ordine Pubblico onnipresenti nel panorama operativo della nostra città.
Peccato davvero.
Illustrissimo Signor Questore.
Ha perso una buona occasione per fare un bel regalo di Natale a chi da mesi ha sempre donato e non ha mai ricevuto, ma, a parer nostro, farebbe ancora in tempo ad accettare quel tavolo congiunto.
Magari, davanti a una fetta di panettone, riusciremmo a far pace per decidere insieme quale percorso adottare per risollevare quest'emergenza, nel rispetto di chi (e Lei lo sa) conosce molto bene cosa vuol dire lavorare e sacrificarsi responsabilmente.
Ogni storia carina finisce sempre con un dolce "e vissero felici e contenti" ma questa volta non andrà a finire così, perché di felice e contento non ci sarà nessuno, forse neppure Lei.
I cittadini non avranno un servizio più efficiente perché le aperture straordinarie non saneranno l'emergenza, i colleghi sanno chiamati a lavorare di più senza guadagnare nulla e le organizzazioni sindacali saranno ancora più "attente" a smettere di scendere a compromessi con l'Amministrazione in quanto ancora una volta snobbate dal silenzio e dall'indifferenza di chi invece dovrebbe imparare a confrontarsi SEMPRE.
Buon Natale Signor Questore dalla grande famiglia dell'FSP.




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mercoledì 16 novembre 2022

Zio Tonino avrà già aperto tutti e quattro gli sportelli e Nonna Italia ti starà già aspettando seduta sui sedili posteriori in pelle nera.
Fai buon viaggio in paradiso, Stefà.
Stai pur certa che da oggi, in cielo, avrai una vita migliore di quella che hai vissuto quaggiù.
Non ti dimenticheremo mai...




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venerdì 11 novembre 2022

Esiste un mondo abitato da sole speranze, quelle che i ricordi delle cose fatte in terra possano servire a renderlo migliore.
Un mondo privo di preoccupazioni e scadenze, dove le televisioni ed i cellulari sono banditi a favore di emozioni vissute.
Lo si può immaginare chiudendo gli occhi, viaggiando tra gli anni passati e prenotando quelli futuri, rileggendo le pagelle che ci hanno permesso di andare avanti e curando le sconfitte che ci hanno lasciato allettati per troppo tempo.
Noi fatti di carne ed ossa residenti sulla terra, le nostre anime così astratte e desiderose di fisicità domiciliate lontano sopra un altro pianeta ancora tutto da girare.
La terra e un pianeta lontano, quello che siamo e quello che vorremmo diventare, ciò che tocchiamo ad occhi aperti e ciò che sogniamo ad occhi chiusi.
C'è una cosa che congiunge tali distanze, qualcosa di magico che rende tutto questo altalenare di mondi stabile e possibile da godere come fosse reale.
Un cambio di residenza naturale, un trasloco tutt'altro che faticoso, una dimora interiore rassicurante che salva dal batticuore terrestre e appaga la grazia di un sogno sperato.
Vivere da padre, che vale poco poco meno del vivere da madre.
Paternità e maternità sono attesa e sorpresa, corsa campestre e volo d'angelo, gioia infinita e dolore incurabile.
Amare un figlio trasporta ogni cosa in una dimensione innaturale che non appartiene a questo mondo, eppure ci lascia vivere ogni angolo della terra nonostante clandestini di noi stessi.
Quando godi della grandezza di ciò che hai realizzato, scatta l'espulsione fisiologica nel pianeta del silenzio, quello che solo in pochi possono visitare, quello che per tanti non esiste e mai esisterà.
Sono i negazionisti della bellezza, quelli che ti considerano pazzo se decidi di diventare di nuovo padre a 47 anni, quelli che "ricominciare tutto da capo" è pura follia.
Ma che ne sanno i terrestri distratti di quello che si prova nel chiudere gli occhi per ritornare più spesso nel pianeta delle meraviglie?
Il biglietto per rivisitare se stessi può stamparlo solo una ripartenza cosi coraggiosa.
Eppure l'ombra dello scetticismo lascia svegli tanti corpi malati di ordinarietà, non rendendoli più capaci di differenziare neanche l'alba da un tramonto.
Quel mondo abitato da sole speranze esiste, eccome se esiste.
Forse è semplicemente il paradiso che qualcuno ha voluto preparare per noi regalandoci una visita guidata.
Forse è solo un brivido da godere ancora da vivi prima che i nostri occhi si chiudano per sempre.
Forse è solo una dimensione riservata a pochi che non merita neppure di essere compresa da tutti.
La verità è che volare spaventa perché là sotto tutto somiglia a un pericolo, ma quando prendi gusto a rimanere lassù, non hai più voglia di atterrare tra quei palazzi fatti di sole miserie.
Sono fortunato, lo sono come tanti, ma è la consapevolezza che rende tutto più grande.



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martedì 8 novembre 2022

Ho letto il suo libro, la sua storia, ciò che ha fatto per arrivare fin qui.
Non capisco perché chi non crede nel Presidente Meloni e nella coalizione che la sostiene, debba sminuire ogni scelta politica che questo governo possa fare.
Non capisco il perché di tanta rabbia con cui tutto viene ricondotto ad un capitolo storico che ha scritto decenni del nostro paese, ma che oggi sarebbe del tutto fuori luogo e non contestualizzato.
Non capisco come mai c'è una grossa percentuale d'italiani incapace di comprendere che questo governo è stato voluto da una percentuale d'italiani ancora più alta, consapevolmente e nel pieno rispetto delle regole d'ingaggio previste dalla Costituzione.
Non capisco come abbiamo fatto a farci governare da legislature tecniche mai scelte dal popolo sovrano, susseguitesi per apparenti scelte presidenziali a sfondo popolar democratico.
Non capisco perché quella stessa percentuale di caproni che oggi lamenta il timore del Fascismo che avanza, non si è mai lamentata quando i mausolei che li rappresentava fino a ieri non ha fatto che sminuire le opposizioni senza emanare un decreto legge da ricordare nella storia del nostro paese.
Non capisco perché la classe politica che questa donna ha asfaltato ovunque nelle urne, ha sempre utilizzato la parola "democrazia" come chiave essenziale per salvaguardare la Carta Costituzionale, ed oggi che al governo c'è chi è stato chiamato in causa dal popolo per assecondare la stessa tutela, debba essere messo alla gogna in quanto antidemocratico.
Non capisco perché delle tre S che dovrebbero sancire la conferma di una democrazia parlamentare degna di nota, si sia investito solo per il 33% in questi anni: la Sanità e la Scuola sono state attenzionate a discapito della Sicurezza, divenuta un optional secondario da scegliere nel progettare un Italia diversa.
Non capisco perché poi si lamentano se rubano le auto, svaligiano le case, spacciano sotto casa e i femminicidi aumentano.
Non capisco perché in conseguenza di tutto questo, la sola frase che si è in grado di ripetere è: "Ma dove cavolo è la Polizia quando serve?".

Sapete invece cosa capisco?
Il perché di persone che mi erano amiche su Facebook ed oggi non trovo più nell'elenco degli amici.
Capisco perché l'unica cosa che resta ai rappresentanti dei governi non eletti dal popolo, è quella di appellarsi al rischio del ritorno delle camice nere per strada, intimoriti dai manganelli che vedono (solo loro) e dai canti fascisti che sentono (solo loro).
Capisco la rabbia inaspettata della sconfitta, avvenuta dopo una campagna elettorale in cui quotidianamente si ripeteva di aver già vinto.
Capisco la bassezza di sgomberare un rave party, la mortificante decisione di monitorare con regole più attente gli sbarchi e lo scempio di garantire a una giustizia di solo pane e acqua chi massacra a martellate una moglie, una mamma, una donna, ma fatevene una ragione.
Il vostro assurdo liberismo democratico, il vostro ridicolo perbenismo garantista e la vostra finta condizione sociale apparentemente generosa nei confronti delle fasce deboli, adesso verrà seriamente messa a dura prova.
Capisco inoltre che siete tutti missionari e volontari verso i più deboli, fino a quando non toccano i vostri portafogli, ma il tempo delle finzioni è finito.
Chi non la pensa come voi è Fascista, non ha diritto di replica: e questa sarebbe la democrazia in cui credete?
Bugiardi.
Bugiardi.
Bugiardi.

Io sono con Giorgia: io sono con una madre, con una cristiana, con una italiana.
Io sono con un bulldozer della politica che sicuramente merita di governare questo paese ferito dal finto perbenismo, perché la fetta più ampia degli italiani ha deciso così.
In bocca al lupo Giorgia.




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lunedì 31 ottobre 2022

Ogni mamma vive l'amore per i propri figli con un'intensità che non conosce eguali.
Non vi sono affetti o passioni che possano paragonarsi a ciò che accade quando si dona la vita a un bambino.
Fisicità e mente vengono messe a dura prova da subito e, senza pausa alcuna, continuano a tenere in forma la quotidianità.
Il lavoro chiama e gli impegni presi vanno mantenuti.
La casa assorbe e la famiglia va salvaguardata.
Le passioni tentano ma non sempre si riesce a coltivarle.
Poi lui, lo gnomo di casa, il piccolo Eleonoro che corre, balla, canta, salta, mangia, ride, strilla e...ogni tanto dorme.
Proteggere ogni cosa della sua vita ci rende stanchi, ma l'amore che scalda quello che ogni giorno ci regala, fa invidia al mondo intero.
Per questo io e la sua mamma non riusciamo proprio a capire chi non è in grado di riconoscere il senso della vita in un suo abbraccio.
Siamo fortunati a raccontarlo, ma lo siamo ancor di più a viverlo ogni giorno, consapevoli che tutto questo spiega la vera ragione per cui vale veramente la pena stancarsi nella vita.




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domenica 30 ottobre 2022

Abbiamo giocato a calcio insieme e commentato gare di ciclismo durante interminabili giornate di lavoro.
Abbiamo pronosticato sulle classifiche finali dei festival di Sanremo e sui campionati di calcio di tutte le categorie.
Abbiamo scortato squadre europee e presidiato banchetti inutili.
Abbiamo sfornato programmazioni settimanali e vigilato seggi elettorali in Val di Susa.
Abbiamo mangiato ovunque e festeggiato chiunque.
Abbiamo suonato insieme e cantato con i colleghi più stonati del pianeta.
Abbiamo anche litigato.
Un altoatesino e un lucano non possono sempre essere d'accordo.
Credo che l'amore per il nostro lavoro lo devo soprattutto a te.
Quando arrivai a Torino ero un ragazzino di ventidue anni.
Dal primo giorno mi hai messo sotto.
Un meridionale trova duro a star dietro a un trentino, eppure sono riuscito a superare le aspettative.
Per fortuna mi sono salvato quando ti hanno trasferito all'Ufficio di Gabinetto.
Da allora in avanti sì che ho ricominciato a vivere.
Ma hai detto bene tu.
L'importante è che tra qualche anno, nei corridoi della Questura, non si ricordi solo il bello o il brutto di ciò che avrai lasciato, ma riecheggi la fatidica frase che per tanti rimarrà il ricordo di te più indelebile: "Quando c'era Girardi..."!
Stanne certo, in molti la ripeteranno spesso.
Goditi la tua pensione, Germà.
Goditi finalmente i tuoi Giri d'Italia, la tua Juventus e i tuoi Sanremo.
Goditi le tue vendemmie, i tuoi cori trentini e la tua splendida famiglia.
Non avrai più nessun SUPS a cui regalare un cetriolo alla TAV, ma solo tanto Gewürztraminer da bere insieme alle persone che ti hanno voluto e ti vogliono veramente bene.
Tra quelle ci sarò sicuramente anch'io.
Auguroni...




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venerdì 14 ottobre 2022

Dunque vediamo: com'è che si dice in questi casi?
Grazie a tutti per aver dedicato un minuto della vostra giornata per farmi gli auguri.
Oppure.
Grazie a quanti si sono ricordati di me.
E ancora.
Eravate in tanti, per questo vi ringrazio.
I social a volte rendono tutto così apparentemente metallico, eppure la mescola con cui sono composti, non è proprio cosi brutta.
Quando ognuno di noi festeggia il compleanno, Facebook amplifica le emozioni belle o preoccupanti che portano all'invecchiamento, definendo meglio quella che spesso sui social viene etichettata come un'amicizia finta e di poco conto.
"Gli amici di Facebook": ma che razza di appellativo è?
Un amico è un amico, un collega è un collega, un conoscente è un conoscente.
Basta dare ad ognuna di queste figure la giusta importanza.
Poi ci sono le meteore che neppure conosciamo.
Le vediamo ogni tanto nelle immagini dei post che pubblicano e puntualmente diciamo: " ...e questo/a chi è?".
Esiste però un modo di trasformare in ricchezza tutta questa apparente finzione.
Una volta all'anno, quando la vita ci ricorda che siamo diventati più grandi, quando quella data così importante torna a emozionarci davanti a un calendario, quando il giorno del nostro compleanno ripercorriamo in ventiquattro ore i ricordi della nostra vita, consapevoli che nulla è uguale all'anno trascorso.
Ieri giornata particolarmente "speciale" per me, condita da belle notizie inaspettate e importanti tappe raggiunte a suon di lavoro, quello mentale e non prettamente fisico.
Poi ti ritrovi sommerso da messaggi di auguri e chiamate perse, post dedicati e emotion mai viste prima.
Altro che emozioni.
Provi a rispondere a tutte le chiamate, a tutti i messaggi ricevuti con WhatsApp e a tutti i post di auguri che nel frattempo hanno intasato il tuo profilo, e invece di ringraziare il cielo per la bellezza del vento caldo che ti sta coccolando, vivi il panico del ringraziamento dovuto, distratto da ciò che conta veramente.
Il giorno dopo è difficile rinunciare a uno dei miei pipponi, come li chiama mio fratello Gennaro.
Non posso non ringraziarvi ancora per quanto siete stati carini.
È questo il bello che un social può sigillare: aiutare a considerare nel giorno del nostro compleanno ogni singolo "mi piace" trasformato in "auguri", come un abbraccio, una carezza, un sorriso.
Lorenzo vi aveva anticipato che stanotte sarei tornato.
Eccomi, più vecchio di un anno.
Un gioiello in più da coccolare, una casa nuova da curare e un grado nuovo da rivestire.
Quante cose belle e brutte capitano in un anno, figuriamoci in una vita intera.
A voi tutti dono i miei quarantanove anni, un numero che mi ricorda il voto preso alla maturità.
Trent'anni fa erano sessantesimi: oggi spero si trasformino in centesimi per tutti.
Grazie davvero, di cuore.
Spero di diventare migliore.
Spero di correggere ciò che dopo tanti anni ancora non mi piace di me.
Spero di riuscire a non giudicare ma di essere in grado di perdonare.
Spero di non alterare il mio umore davanti alle provocazioni dei più avidi e di usare la dolcezza come arma da difesa.
Spero di poter continuare a sorridere per godermi fino in fondo ciò che la vita mi ha donato, condividendo sempre, con chi mi vuol bene veramente e con chi invece fa finta di farlo, ogni mia passione e punto di forza.
Ecco, questo è quello in cui i vostri auguri mi hanno aiutato a sperare.
Possano realizzarsi le stesse cose belle anche per tutti voi.
Col cuore.
Rocco




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martedì 4 ottobre 2022

I Bronzi di Riace, opere della metà del V secolo a.c., con somiglianze tra loro talmente evidenti da rendere sicura la loro ideazione e realizzazione da parte di un medesimo Maestro.
Il loro stile esclude la fattura attica, ma rimanda a stilemi dorici, propri del Peloponneso e dell'Occidente greco.
Gli ori di Lorenzo, invece, sono sculture di rara bellezza fisiognomica e di elevato spessore artistico.
Al contrario dei bronzi di riace, non mostrano evidenti somiglianze, pur disegnati dal medesimo impiegato statale.
Il loro stile esclude fatture elettroniche, ma rimanda alla naturalezza spontanea di chi protegge e ama appassionatamente una quercia più giovane, premessa per niente scontata nel romanzo dell'esistenza.
Gli ori di Lorenzo sono protettori e custodi del loro gioiello più prezioso, grazie al quale non possono che essere considerati patrimonio dell'umanità.





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sabato 1 ottobre 2022

Anche oggi mi hanno dato del nonno e anche oggi ho risposto di esserlo per davvero.
Anche oggi ho provato a pensare con la testa di chi non ha testa e anche oggi ho sorriso guardando le stelle.
Anche oggi è finito, così, per questo ogni domani non potrà mai essere come l'oggi che ho appena raccontato.
Buonanotte alla vita, quella vera.



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mercoledì 21 settembre 2022

Il problema siamo NOI collezionisti, e quando scrivo NOI, parlo di appassionati veri e non incompetenti che giocano a fare i professionisti.
Se continuiamo a fare beneficenza sulle quotazioni delle nostre creature, è ovvio che non acquisteranno mai valore.
Ma voi i restauri ve li fate o ve li fate fare?
È ormai evidente che la passione che mette in moto ogni BRAVO, BOXER o SÌ che sia, non sempre può bastare.
Avete o non avete idea dei soldi che bisogna tirar fuori per la rimessa in vita di un ciclomotore?
Ripeto, al diavolo gli incompetenti, ma almeno chi conosce la differenza tra un conservato ed un restaurato, dia il giusto valore alle cose.
Aumentiamo le quotazioni dei ciclomotori che hanno scritto la storia degli anni 70 e 80, perché oggi con 400/500 euro, si comprano 10 kg di ferro e non un pezzo d'epoca.
Riflessione diretta a tutti, venditori e compratori.
Chi vende dia il giusto valore al pezzo che ha.
Chi ha deciso di comprare può decidere di tirar fuori i soldi oppure rimanere incantato ad osservare da lontano quello che noi facciamo resuscitare da un letargo di ruggine.
NOI, non tutti: NOI...
Italo Calvino diceva che "la collezione nasce dal bisogno di trasformare lo scorrere della propria esistenza in una serie di oggetti salvati dalla dispersione, o in una serie di righe scritte, cristallizzate, fuori dal flusso continuo dei pensieri."
Allora al diavolo chi utilizza le passioni solo per far cassa e sciacquarsi la bocca.
Non faccio parte di quella categoria.
CIAO a tutti gli appassionati, quelli veri!




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domenica 4 settembre 2022

Un libro non è mai solo un libro.
Grazie a un libro si può cambiare, ripartire con un passo diverso, raggiungere finali inaspettati.
Un libro si può leggere o si può scrivere, quindi può custodire segreti da scovare o confidenze da raccontare.
Un libro può sicuramente stupire, può emozionare o deludere, può invogliare al raggiungimento del traguardo o annoiare e portare all'abbandono.
Ognuno merita di custodire un libro nel proprio cuore, scritto da qualcun altro o addirittura dalle proprie mani.
UNA NOTTE AL CENTRALINO è stata una bella notte, una notte impegnativa che però mi ha accompagnato a godere di un'alba nuova.
Stamattina mi risveglio in questa domenica d'inizio settembre e dentro ritrovo nuove pagine bianche, ancora tutte da scrivere.
Con una copertina così, non ci saranno più notti da impegnare ad occhi aperti, ma solo giornate di sole da riscrivere e stampare.
Al titolo ci sto ancora pensando, ma per adesso mi basta stringere quello che amo.


 


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sabato 3 settembre 2022

Un anno, dodici mesi volati via.
Quella notte tanto attesa e quell'alba tanto desiderata.
Un raggio di sole a illuminare ogni cosa.
Hai pianto poco e sorriso subito, preannunciando al mondo che nei giorni avvenire sarebbe stato sempre così.
Ci hai emozionato, regalato dolcezza.
Da quando sei arrivato ogni cosa sembra essersi trasformata in una carezza, ogni parola suona sempre come fosse una ninna nanna cantata dagli angeli.
Ora sì che potremo sognare in eterno.
Sarai amore.
Sarai luce.
Sarai speranza.
Vola Lorenzino, vola sempre più in alto.
Lascia a terra tutti quelli che hanno il timore di farlo.
Buon compleanno dai custodi dei tuoi sogni.
Buon compleanno dai protettori della tua vita.
Buon compleanno da mamma e papà, da Samuel e Christian e dai nonni speciali che il cielo ha voluto donarti.
Soffia sulla tua prima candelina e balla, balla, balla finché ogni passo di danza ti renderà felice.
Viva Lorenzino...




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sabato 20 agosto 2022

Ho sempre immaginato che col festeggiare anche il diciottesimo compleanno di Christian, mi sarei lasciato alle spalle diciotto anni di ricordi.
Chiudere un volume importante di impegni e dedizione, per cominciare a scrivere cose nuove dentro nuovi mesi da disegnare con maggiore sicurezza rispetto a quelli appena conclusi.
Anni fantastici dentro cui certamente non sono stato il solo a respirare.
Anni fatti di pannolini e notti insonni, carrozzine e baby dance, asili, scuola e patenti di guida.
E poi calcio, calcio, calcio: pulcini, giovanissimi, allievi e juniores.
Ero convinto che sapervi così grandi mi avrebbe reso un padre diverso, meno premuroso e più sereno, meno impegnato e probabilmente più libero.
Oggi, invece, mi accorgo che amarvi non ha scadenze, perché questa benedetta vita non smette mai di sorprendere.
Riserva pennarelli a colori inaspettati che da un giorno all'altro ti ritrovi tra le mani senza mai sapere da dove arrivano.
Colori che possono ridisegnare come unici ogni alba e ogni tramonto che hai vissuto.
Colori mescolati tra loro, capaci di ottenere tonalità mai viste prima.
Non può esistere una fine e un inizio, come come non può esistere un inizio e una fine.
Tutto è infinito.
Mi sbagliavo, perché non si potrà mai attendere ciò che è già arrivato, come non si potrà mai archiviare ciò che dobbiamo inevitabilmente continuare a tenere tra le mani.
Lorenzo ha reso il nostro tempo e le nostre vite indefinite.
Tutto è tornato, tutto si è rimesso in moto, tutto viaggia ancora a mille e rende il panorama che capita di osservare quotidianamente unico e alla portata di pochi.
Passeranno ancora tanti anni dentro cui le giornate verranno immortalate da sacrifici e rinunce, ma anche da emozioni indescrivibili e soddisfazioni meritate.
Peccato immaginare che esiste una fetta di mondo che non avrà mai la fortuna di cogliere tutto questo.
Qualcuno ha deciso di non volerlo capire per scelta, qualcun altro solamente perché la sorte non gli ha sorriso abbastanza.
Io risiedo nella parte di mondo più bella, dove ogni cosa è stata e rimarrà voluta.
Io risiedo dove le tasse del sacrificio si pagano a caro prezzo.
Io risiedo dove vengono garantiti tutti i servizi volti a premiare la buona volontà.
Per questo dentro la mia vita ci sto bene, per questo non vorrei cambiarla con nessun'altra vita al mondo.
Mi auguro che anche voi e il piccolo Lorenzino, un giorno, possiate dire lo stesso della vostra.
Vi voglio bene.




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martedì 16 agosto 2022

Impossibile non accorgersi che quando festeggiamo i diciott'anni non è mai un giorno come gli altri.
Tutte le nostre storiche date di nascita, assumono un significato diverso perché siamo consapevoli che mai nessun altro compleanno si colorerà di così tanta ricchezza emotiva come in quella circostanza.
Viviamo da bambini prima e da adolescenti dopo.
Arriviamo sorridenti davanti alla linea di quel traguardo con la forbice della spregiudicatezza in mano.
Tagliamo il nastro della maggiore età disinteressandoci di tutto quello che ci circonda, convinti che se ci fossimo arrivati con un passo più veloce, sarebbe stato meglio.
La presunzione dell'essere giovani.
D'altronde non è colpa di nessuno se quando raggiungiamo i diciotto non c'è mai la consapevolezza che di tempo a disposizione per diventare adulti ne avremo avuto sicuramente tanto.
Non è mai stato un problema salire su quel podio, accompagnati inevitabilmente dagli applausi o dai fischi.
L'importante è arrivarci, per cominciare finalmente a sentirsi grandi e parte integrante di un mondo che fino al giorno prima ci ha sempre considerato meritevoli di un ridotto.
Un mondo che apre le porte formali alla maturità degli uomini solo quando raggiungono il diciottesimo anno di vita.
Un mondo che condanna solamente da lì in poi e rende il passato dei giovanotti non imputabili.
E allora fanculo agli sconti.
Finalmente da quel giorno in avanti prezzo pieno ovunque, patente di guida in mano e urne elettorali per le votazioni a disposizione.
Christian, oggi tocca a te rallentare e tagliare il nastro.
Da domani toccherà a te pagare il prezzo pieno della vita, che non è sempre caro come tanti insofferenti riferiscono.
Da domani toccherà a te consegnare la patente di guida ogni volta che ti verrà richiesta, e questo non ti farà per forza guadagnare una multa da pagare come tanti lamentosi raccontano.
Da domani tutto sarà migliore perché sarai finalmente consapevole di aver raggiunto la terra dei grandi.
Ci sei arrivato accompagnato dalla tua dolcezza, dal tuo silenzio razionale, dalla buona educazione ricevuta.
L'hai fatta tua ed è questo che oggi ti rende un ragazzo veramente speciale.
Il mondo dei grandi aspettava anche te, senza torte con l'uno e con l'otto, senza candeline fiammanti e palloncini azzurri, senza foto di gruppo dietro tavolate stracolme di delizie.
Quelle le scatterai a settembre quando festeggerai con i tuoi amici di ritorno dalle vacanze.
Oggi goditi gli applausi che meriti, quelli di chi ti conosce bene e ti ama alla follia, quelli di chi ti considera un ragazzo d'oro e non smetterà mai di lustrarti, quelli di chi saprà volerti bene anche quando metterai in moto la Ferrari dei tuoi sogni e deciderai di allontanarti per gustare la tua esistenza un po' più lontano.
Conservati sano e bello come sei, non permettere mai a nessuno di cambiarti.
Continua a dribblare gli avversari con la tecnica che ti contraddistingue, senza fare mai fallo e senza reazioni spropositate.
I calci arriveranno, eccome se arriveranno, ma non dovrai perdere la calma che ti ha reso grande finora nonostante anagraficamente piccolo.
Alza la testa e guarda la porta: piazzala sempre dove vorrai e vedrai che la palla prima o poi arriverà dove l'hai immaginata.
Assumiti le tua responsabilità e prova a custodire il buon gusto che hai nella scelta delle tue cose.
Coltiva le tue passioni e non quelle che gli altri vorrebbero fossero anche le tue.
Cura le piante che tu vuoi vedere crescere, e non quelle che gli altri vorrebbero far crescere per te.
Ama ciò che vuoi e lasciati amare per ciò che sei, senza adeguarti al mondo impegnativo che scoprirai con gli anni.
Da domani vivi l'orgoglio di sentirti uomo, ma non dimenticare mai che sono quelli che restano anche un pò bambini a scrivere i capitoli più belli.
Gioca con la vita, senza incorrere in rischi pericolosi, e lascia che siano gli altri a superare i limiti.
Rispetta le regole e ama, ama, ama.
La bandiera a scacchi ti vedrà vincitore e quando ti troverai sul podio per alzare un trofeo più grande di te, non temere mai di non farcela.
Ci sarà sempre qualcuno a darti una mano, qualcuno a cui piace bere champagne di qualità.
Un boomer che tu chiami Naso, un padre ancora abbastanza forte per stappare insieme a te ogni bottiglione.
Insieme bagneremo gli invidiosi rigettandoli nei box a cambiare pneumatici e stringere bulloni.
Sei nato diciotto anni fa, in un giorno che per me rimane speciale, e tu sai bene perché.
Per entrambi è impossibile non ricordarsi che ogni tuo compleanno non sarà mai come quello dell'anno prima.
E allora felice 16 agosto 2022 Chris, a te che sei la mia ala sinistra, a te che sei la mia seconda quercia, a te che sai tradurre in più lingue ogni mio desiderio.
Oggi prova a tradurre il mio cuore: dentro ci troverai parole che raccontano l'amore infinito che provo per te e per quello che finora hai saputo insegnarmi.
Auguroni ometto.




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lunedì 15 agosto 2022

Fai una chiave doppia della stessa porta: per qualunque cosa storta si presenterà.
Dopo aver comprato dei lucchetti nuovi per la tua finestra puoi partire, io sto qua, a giocare tra le sponde, con le pozzanghere profonde, buttando l’amo nell’acquario della mia fantasia.
Finisco sul pulmino dei miei vecchi ricordi, ma il campo sportivo l’ha inghiottito l’edera.
Seguendo ancora il fiume attracco sul cartone: piove e mi riparo dietro ad un’edicola.
Ho della sabbia nelle tasche, ho delle spighe sulle calze e uno straniero che si fida della mia compagnia.
È stato un temporale pigro e passeggero, il sole è su che brucia in cielo sulle tegole, ma non avevo visto mai un arcobaleno essere centrato in pieno da una rondine.
Come un lampione che si accende in pieno giorno inutilmente, aspetto il sasso e chi così mi spegnerà.
Con il sorriso sulla fronte, tra le pozzanghere profonde rimango al largo nell’acquario della mia fantasia.

(Samuele Bersani - Ferragosto)




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venerdì 12 agosto 2022

Un giorno non molto lontano io e Massimo andremo in pensione, e solo allora vi racconteremo la storia del furto del mignolo di Cristoforo Colombo in Piazza Castello a Torino.
Adesso proprio non si può...



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domenica 7 agosto 2022

San Giovanni di Riva presso Chieri, a due passi da casa mia, luogo in cui il 02 aprile del 1842 nasceva San Domenico Savio.
Ne sono passati di anni, eppure qui c'è ancora una casetta che ne ricorda l'evento.
Oggi è stata trasformata in un oratorio salesiano che ospita ragazzi di tutto il mondo in visita nei luoghi in cui San Giovanni Bosco ha scritto la sua storia.
Da ragazzo in questi luoghi ci venivo anch'io.
Partivo da Potenza con i miei amici dell'oratorio e venivamo in ritiro spirituale proprio qui, dove la vita negli anni successivi ha fatto sì che diventassi qualcos'altro.
Uno scherzo organizzato dalla sorte.
Da ragazzo anch'io pregavo prima di ogni pranzo e prima di ogni cena.
Da ragazzo anch'io sono stato prima animato e poi animatore di mille esperienze decisamente indimenticabili.
Da ragazzo anch'io ero innamorato di questo mondo, e ritrovarlo oggi più vivo che mai grazie a una visita fatta alle mie nipotine Martina e Francesca chiamate a riscrivere la storia, mi ha reso felice.
Don Bosco vive ancora nel cuore dei giovani.
Gli parla e li rende migliori.
Tra loro ce ne sono tanti di Potenza, tutti in gamba.
Ce lo hanno dimostrato oggi ospitandoci a pranzo e deliziandoci di tanto entusiasmo.
E allora grazie per l'ospitalità agli oratoriani di Potenza e grazie alla vita che non smette mai di emozionare.
Non importa quanto ci si allontana da ciò che ci ha resi simili a ciò che invece sembriamo veramente.
L'importante è saper sempre riconoscere che quello che siamo diventati lo dobbiamo anche a qualcuno.
Nel mio caso, a quanto pare, quel qualcuno non è proprio uno dei tanti.
Deve volermi ancora un mondo di bene per riuscire a ricordarsi di me e delle persone importanti che oggi fanno parte della mia vita.
Dimenticavo: grazie Paolo per lo splendido scatto.
Ha ragione mamma Elisabetta quando dice che dentro quest'immagine c'è tutta l'essenza dello stare sempre allegri.




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mercoledì 3 agosto 2022

Undici mesi fa ci svelavi il tuo volto.
Undici mesi fa ci rendevi felici.
Sei un bambinello speciale, sempre allegro e pieno di energie positive.
Proveremo a non farti piangere mai accompagnandoti ovunque.
Passo dopo passo immortaleremo ogni luogo che ti andrà di visitare.
Imparerai ad apprezzare la bellezza di quello che nascondono gli orizzonti.
E quando sarai pronto a camminare da solo, non faremo che gioire delle tue nuove conquiste.
Auguroni Lorenzino.




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martedì 2 agosto 2022

Pronto? Ciao Calenda.
Volevo solo ringraziarti per l'alleanza che oggi hai sottoscritto con la peggiore classe politica mai esistita in questo paese dal dopoguerra.
La tua firma rimarrà nella storia perché non farà altro che estinguere definitivamente il Partito Democratico e zittire i chiacchieroni che da anni lo sostengono, nonostante la penosa mediocrità che lo identifica.
La tua inconsapevole ingenuità, ci darà una grande mano a non vedere più certe facce in televisione.
Per la certa riuscita di questa difficile impresa, ti saremo grati per sempre.
Al compagno Letta, che ha già dichiarato di aver vinto le elezioni, porgi le nostre più sentite condoglianze.
Per quello che ci riguarda, una sola speranza: che questo paese possa finalmente tornare ad essere governato, dopo più di dieci lunghissimi anni, da chi verrà votato nelle urne dal popolo, quello che ci crede ancora.
Il popolo vero, quello che ama il tricolore e non una bandiera rossa sbiadita che non ha più niente da raccontare.
Ma veramente credete che queste destre possano essere un pericolo per un ritorno del regime fascista?
Paura, vero?
Tranquilli, non correte nessun rischio.
Ci avete solo offerto un'opportunità in più.
Quella di lasciar governare chi non lo ha mai fatto finora, non per volontà del popolo, ma per sfiducia di Presidenti della Repubblica più vicini al rosso dei tramonti che all'azzurro dellle albe.
Ciao Carlo: evviva...




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venerdì 15 luglio 2022

Negli ultimi mesi mi è capitato di trasferire in un nuovo locale la mia collezione di lattine di birra.
Grazie a questa complicata operazione, certamente non semplice ma di sicuro stimolante, ho avuto modo di rievocare tanti aneddoti capitati nel corso del trentennio che l'ha vista crescere e superare oggi le 3000 unità.
Ogni lattina ripresa in mano, ha riportato la mia memoria alla sua origine.
Marche stampate e disegni rievocativi raccontano ancora oggi e a distanza di decenni, il sapore di ciò che contenevano, il luogo da cui provenivano e, nel caso in cui mi erano state regalate, le persone che me l'avevano portate da qualche parte del mondo.
Una in particolare mi ha riconsegnato alla memoria l'Oktoberfest del 1999 a Monaco di Baviera, in Germania.
Ero a Marienplatz, il cuore della meraviglia tedesca, quando mi accorsi che un clochard sdraiato su una panchina, stava bevendo una Pilsener da una strana lattina che di sicuro fino a quel momento non aveva mai preso parte alla mia collezione.
Mi avvicinai a lui e con segni improponibili gli feci capire che avrei aspettato volentieri che finisse di bere per recuperare quella lattina vuota, in quanto ci tenevo ad averla.
Lui capì subito, ma mi invitò a sedermi di fianco a lui.
Più che un invito, a dire il vero, fu quasi un'imposizione, il prezzo da pagare per ottenere ciò che gli chiedevo.
Ma fu altro quello che stava per trasformare quell'esperienza in qualcosa di indimenticabile: quell'uomo tirò fuori da una borsa abbandonata sotto la panchina che l'ospitava, un'altra lattina di birra.
Era nuova ed identica a quella che stava già bevendo.
L'aprì con le sue mani sporche e me la consegnò tra le mani.
Non potei rifiutare perché la sua mimica fu chiarissima: il prezzo di quella lattina ammontava alla condivisione totale della sua consumazione in compagnia.
I miei amici rimasero increduli ad osservare a distanza quello che ero riuscito a combinare quella mattina per ottenere una cazzo di lattina di birra vuota, distratti e non consapevoli che di fatto dentro quel bicchiere di latta per me c'era molto di più.
Eravamo sotto una delle torri del duomo di Monaco, quella che ospitava il celebre Glockenspiel, il più grande carillon della Germania che ancora oggi si aziona solamente tre volte al giorno.
Furono quelle statuine danzanti ad accompagnare i nostri saluti.
Oggi me la ritrovo tra le mani, la riguardo, la rispolvero e la ripongo tra altri 2999 ricordi limpidi o sbiaditi.
Sorrido, proprio come feci tanti anni fa con il mio amico tedesco, consapevole come allora che sono le persone insospettabili quelle che t'insegnano veramente come bisognerebbe stare al mondo.
Sono loro, più di molte altre, ad avere compreso come va bevuta per davvero la vita, contrariamente a tanti astemi che sanno fare solo finta di essere ubriachi di emozioni e barcollanti di sapere.





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sabato 9 luglio 2022

Vent'anni fa ho conosciuto un vespista.
Lui aveva gli stessi capelli che ha oggi, ma coi basettoni colorati ancora di nero.
Io qualche capello in più e qualche figlio di meno.
Grazie alla sua umiltà e alla sua trasparenza d'animo, da subito fu in grado di convincermi che la fiducia e la stima reciproca possono davvero convivere insieme col minimo investimento.
Basta volerlo veramente.
Oggi, dopo tanti anni, ne ho avuto la conferma davanti a uno spritz.
Se quel vespista che vi capiterà d'incontrare, poi, farà anche il vostro stesso mestiere, state pur certi che su di lui potrete contare anche a chilometri di distanza, e per una vita intera.
Allora grandiosa la Vespa, grandiosa la Polizia e grandiosa la vita: grazie Luigi.




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mercoledì 6 luglio 2022

Sembra scontato, ma non si può scrivere una vita prima di viverla.
Non è di certo un romanzo, immaginato prima nei tuoi sogni e trasformato poi in un libro da condividere.
Una vita può vestirti da invincibile e poco dopo renderti perdente.
In pochi attimi puoi riscoprirti soddisfatto di ciò che hai costruito e nella metà degli stessi attimi ritrovarti sotto i ponti della disfatta a causa di errori mai compiuti...o forse si.
Una vita la capisci in un pomeriggio di luglio, quando tutto diventa silenzio e non hai nessuno che ti ronza intorno.
Sei lontano dal tuo lavoro, lontano dalle tue passioni e lontano da ciò che corre sempre e sbiella puntualmente ogni emozione.
Ti ritrovi sdraiato in terrazzo sopra un lettino di stoffa grigia a bere una birra scura.
Davanti agli occhi solo pochi alberi, il cielo azzurro e qualche nuvola che viene e che va.
Sul tuo petto dorme la vita che non ti aspettavi.
Sul tuo cuore batte forte un altro cuore, a tempo di pace, di grazia, di perdono per ciò che merita perdono e di rivincita per ciò che impone rivincita.
La vita merita amore, sempre, perché non esiste e non potrà mai esistere un rancore così grande capace di trasformarla in una vendetta.
La bellezza di ciò che rinasce è infinito puro, da addormentare a suon di canzoni dolci e da risvegliare con sorrisi sinceri.
E allora sì che si ricomincia davvero, quando sei obbligato a lasciare birra, alberi e cielo e tutto è nuovamente in piedi pronto a gattonare ancora.
Con la forza dovuta e l'entusiasmo giusto, riprendi in mano i giochi colorati che tanto piacciono a chi ti sta nuovamente insegnando che cos'è il paradiso.
Ricominci a stancarti sul serio, ma tocchi con mano la felicità, quella vera.




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martedì 5 luglio 2022

Non ho nulla da chiederti.
Non ho nulla da augurarti.
Non ho nulla in cui sperare.
Ciò che sei è ciò che ho sempre sognato: buon compleanno Samuel.




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mercoledì 15 giugno 2022

Cosa si cela dietro ogni posa?
Il batticuore improvviso mentre si ricerca un sorriso oppure un'emozione inaspettata nell'attesa di uno scatto?
Dietro ogni posa può esistere l'improbabile espressione di chi può immortalare la noia per un'attenzione richiesta ma ricambiata a forza, oppure l'entusiasmo per la condivisione di un sorriso regalato a chiunque avrà la fortuna di riceverlo.
Alcuni ricordano il quando, altri solamente il dove.
C'è chi spiegherebbe il come, qualcun altro esclusivamente il perché.
Ogni posa ha un dentro e un fuori, una messa a fuoco e uno sbiadito, una fetta di vita vissuta e un'altra tutta ancora da vivere.
Dentro ci sono caratteri e volti, sogni risvegliati dalle albe e progetti addormentati dai tramonti.
Non esiste un altro modo per fermare il tempo, se non quello di mettersi in posa e sperare di venire bene.
A voi che siete lo sviluppo più bello di tutti i negativi che mi è stato concesso di stampare in vita, stanotte io dono la cornice più grande e più solida per rifinire al meglio il mio quadro preferito.
Spero non vi stancherete mai di sentirvi troppo stretti, così tanto vicini, così ermeticamente chiusi dall'amore che vi unisce.
A voi che riuscite sempre a tirar fuori i colori più belli, stanotte io dono la carta migliore, quella sopra cui spero un giorno apparirete inevitabilmente cresciuti ma innamorati della vita.
Spero non la odierete mai, ma troviate sempre e comunque il coraggio e la forza di amarla.
A voi che profumate di buono, a voi che fate invidia al mondo, a voi che siete passato e presente, io stanotte dono il mio futuro, quello tutto da scrivere, quello che il destino vorrà riservarci, quello che certamente vivremo insieme.
Che ogni posa diventi poster, che ogni scatto immortali sorrisi e che ogni vostro desiderio prenda forma.
Non sarà più importante pensare al quando, al dove, al come e al perché.
Saremo è per essere ed e per unire, verbo per raccontarci e congiunzione per insegnare.
Saremo quello che già siamo, lontani da paparazzi curiosi e fenomeni invidiosi: saremo noi.
Sogni d'oro cuccioli miei.




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mercoledì 8 giugno 2022

Un caro compagno di viaggio a cui tengo molto, in queste ore mi ha confessato che la "poetica della gioia" (così l'ha definita) con cui racconto in modo disordinato la mia vita, a suo modo di vedere è contagiosa.
"Poetica della gioia": meno male che almeno è disordinata, perché se non lo fosse, raccontata così, sembrerebbe perfetta.
Mi chiedo allora cosa può significare definire poetico un pensiero, cosa rende un racconto simile a una poesia e cosa può far convogliare a nozze il contenuto di una mera riflessione con la grazia della gioia che può trasmettere.
Mi chiedo se ciò che capita è frutto esclusivo della involontaria e fortunosa capacità di toccare il cuore di chi legge, oppure nasce dalla fame famelica di poesia di cui tutti soffriamo da troppo tempo.
Mi chiedo ancora cos'è la gioia, quella vera, quella che ci rende tutti uguali, scarichi di pensieri e dediti a sorridere senza rimanere incantati a risolvere problemi e algoritmi futili.
Sarebbe fantastico trasformare le nostre vite in prose e sonetti da scrivere convertiti in rime e poesie da recitare.
Stampare le nostre gioie dentro rilegati di ottimismo capaci di donare ad ogni scrittore prima e a ogni lettore dopo, poesia e gioia.
La verità è che non siamo tutti scrittori, ma neppure tutti lettori.
Così come non possiamo tutti riconoscerci nella poesia come nella gioia.
Nel mondo in cui viviamo c'è bisogno di pagine e inchiostro, di occhi che leggano e voci che raccontino, di orecchie che ascoltino e mani che stringano.
Nel mondo in cui viviamo c'è bisogno di gioia, e se qualcuno ogni tanto riuscisse a trasformare la propria felicità in poesia, farebbe un dono raro ad ogni suo compagno di viaggio.
Non è semplice essere sempre allegri, e non è neppure semplice trasformare tutto sempre in poesia, ma sono certo che ogni uomo può diventare contagioso di gioia, senza mascherine simboliche e tamponi obbligatori.
La poetica della gioia possiamo cominciare a raccontarla con la nostra vita.
Quello che ne verrà lo vedremo dopo.
Grazie Valentino.




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sabato 4 giugno 2022

E questa sarebbe una follia?
Poverini: non saprete mai cosa vi state perdendo.
Dopo un ventennio è sempre meglio ritrovarsi a giocare con la vita seduti attorno a un tavolo allegro che rimanere in silenzio uno di fronte all'altro annebbiati dalla noia.
Voi ordinate pure il caffè: noi abbiamo appena cominciato.




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venerdì 3 giugno 2022

Date una vespa ad un giovane ragazzo e la userà sicuramente per fare baldoria con gli amici, per portare il suo primo amore al mare oppure per attraversare le nuove avventurose strade che la vita gli spalancherà davanti.
La userá per farsi le ossa sui motori con le mani sporche di olio e di grasso, vivendo con la speranza che alla fine tutto andrà ancora più forte o, perlomeno, tutto si rimetterà in moto.
Date una vespa ad un uomo di mezz'età e sicuramente gli ricorderà che c'è ancora tempo per vivere, perché la vita è piena di sorprese emozionanti e perché ci sono tantissime cose che lui stesso non avrebbe mai immaginato d'imparare.
La grippatura di un motore, la scintilla che non arriva alla candela o, meglio ancora, la scoperta di un borgo sconosciuto.
Un borgo scovato dopo una deviazione dalla statale che aveva percorso mille volte, prima d'inforcare un giorno una stradina di campagna mai vista prima.
Date una vespa ad un uomo anziano e sicuramente ci porterà a spasso i suoi ricordi.
In prima, partendo piano per non rischiare di perderli mai.
In seconda, per allontanarsi da quelli che rischiano di farlo cadere se dovesse mai inciampare andando troppo piano.
In terza, con il motore che sale di giri mentre si sorride sotto il casco, sazio della consapevolezza che una parte di noi non ha mai smesso di avere 16 anni.
Infine in quarta, andando più forte, fin dove può il motore, perché finché ci sarà strada, ci sarà tempo per vivere.




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martedì 31 maggio 2022

Lorenzo non è "un" bambino:
Lorenzo è "il" bambino.
Incarna in tutti i suoi giochi quell'innocenza che è propria dei fanciulli.
Dispensa dolcezza in ogni suo sguardo e sorride sereno ogni volta che ascolta le sue canzoncine preferite.
Lorenzo non è "una" scelta:
Lorenzo è "la" scelta.
Quando abbiamo deciso di metterlo al mondo sapevamo quanto sarebbe stato importante ricoprirlo interamente d'amore, e oggi che la sua corazza ha preso forma, non possiamo che esserne orgogliosi.
Lorenzo non è "un" sogno: Lorenzo è "il" sogno.
Chiude gli occhi e vola lontano da tutti.
Entra dentro un mondo che nessuno potrà mai più visitare.
Un pianeta abbandonato dai grandi e abitato da creature astratte, ma pur sempre serene.
Comparse, le stesse che noi adulti abbiamo oramai dimenticato di aver conosciuto quando eravamo più piccini.
Buon viaggio Lorenzo, buon viaggio in questa vita così tanto rumorosa ma pur sempre affascinante.
Resta saldamente legato ai tuoi sogni.
Fai in modo che nessuno possa portarseli via, affinché domani il tuo risveglio non sia difficile e complicato, ma semplice e straordinario.
Un risveglio accompagnato da un grandioso buongiorno esclamato tra le braccia di chi ti ama veramente, chi ti ama come noi.




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domenica 29 maggio 2022

Vivere lontano la festa patronale della tua città, è come festeggiare un figlio che compie gli anni a chilometri di distanza.
Allora buona festa a tutti i paesani, e che la musica, i balli e le sfilate di questi giorni possano aiutare anche quest'anno la vostra comunità a sentirsi sempre di più una grande famiglia: evviva San Gerardo.




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mercoledì 25 maggio 2022

Sto pensando che sono fortunato, molto fortunato.
E oggi non mi va di dire che lo siamo tutti, perché di fatto vero è che non è così.
Quanto sarebbe interessante smettere di lamentarsi sempre, per e di tutto.
La conferma di quanta grazia ricopre la mia vita l'ho avuta ieri, in maniera forte, come non mai, in un bar, chiacchierando davanti a un caffè nè lungo nè ristretto.
Un caffè macchiato dalla razionalità di chi, in poche parole confinate dentro pochi secondi, è riuscito a risvegliare ciò che non dovrebbe addormentarsi mai nelle abitudini degli uomini: la coscienza, la sorella gemella della consapevolezza, la madre della costanza.
Un caffè veloce, bevuto e pagato da un'amica che sorridendo ha voluto condividere con me un dolore silenzioso, una sofferenza nascosta, il timore della ricaduta dentro un baratro buio ed ingiusto.
La sensazione che si annusa quando si incontrano persone in grado di affrontare con dignità certe prove così difficili, è a dir poco sorprendente.
Trattieni le lacrime, provi a tirar fuori parole assurde che era meglio lasciare dov'erano e travesti ogni imbarazzo inaspettato con gli stracci sporchi dell'ipocrisia, quella sincera però, quella concepita dalla voglia di fare per forza qualcosa e la tentazione di rimanere in silenzio.
Io credo che dentro quest'immagine ci sia racchiuso il concetto più reale dell'inferno e del paradiso.
Da un lato il bianco e il nero, il fuoco che tutto brucia e il freddo che tutto gela.
Dall'altro i colori più smaglianti, il sole che tutto illumina e scalda e i bambini svegli che rincorrono i propri genitori ipnotizzati dal tempo che proprio non riescono a fermare.
"In mezzo a tutto questo c'è tutto il resto, e il resto è il giorno dopo giorno, e il giorno dopo giorno è costruire, e costruire è sapere rinunciare alla perfezione".
La fortuna che ieri ho avuto modo di accarezzare, mi ha insegnato a non perdere di vista il mio paradiso, i posti in cui sono cresciuto, le persone che mi hanno amato, quelle che ho amato e quelle che amo: quelle a cui ho dato in dono la vita.
Uno sguardo al piano di sotto e una mano tesa per tutti, sempre.
È questo che può guarire, forse, ogni lugubre e infame ingiustizia che l'esistenza impone a tanti.
Grazie a te che riconoscerai ogni immagine del mio racconto.
Grazie perché sei l'esempio da imitare, la dolcezza da ricercare e la forza con cui costruire ogni cosa.
Grazie per i tuoi silenzi, i tuoi sorrisi e le tue parole riappacificanti e mai scontate.
Grazie per i tuoi caffè, sempre allegri e mai malinconici.
Ne prenderemo ancora tanti, e tanti ancora, perché se è vero che la fortuna bacia i belli, noi due non possiamo che porgere ancora l'altra guancia al destino per farci baciare ancora da lei.




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martedì 24 maggio 2022

Dedicato a chi è ancora convinto che raccontare la propria felicità è un luogo comune.
Se così fosse, sono orgoglioso di essere spudoratamente scontato!




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