domenica 9 maggio 2021

Tutto il mondo oggi dovrebbe fermarsi almeno un minuto, onorare per una volta e in silenzio ogni mamma viva o morta appartenuta a questa terra.
Tutto il mondo oggi dovrebbe essere in grado di chiudere gli occhi e ringraziare ciò che lo rende ancora figlio della bellezza di vivere.
Usiamo la parola mamma per identificare  la protezione, la certezza, la fiducia; ciò che da sempre viene considerato come "mamma", in giorni come questi si trasforma puntualmente in qualcosa di grandioso da ricordare.
Mamma Polizia, Mamma Mia, Mamma Rai, Mamma: ho perso l'aereo, Ciao Mamma, Viva la Mamma.
Sarebbero infinite le immagini da osservare, quelle archiviate nella lista delle emozioni più belle vissute tra le braccia forti di ogni mamma.
Canzoni e film, inflessioni e modi di dire, concetti vestiti con abiti infantili che quasi per magia si ritrovano grandi e malinconici davanti al tempo trascorso.
Oggi si festeggia il sorriso fatto donna.
Oggi tutto diventa pasta fatta in casa, coperte rimboccate e camicie rammendate.
Oggi tutto è desiderio di partenza per raggiungerla, visita a una lapide fredda che emoziona e speranza di riabbracciarla un giorno.
Oggi tutto è gioia per averla ancora accanto e tutto è dolore per non avercela più.
Quanto amiamo le nostre mamme. Quanto ci amano le nostre mamme.
Con loro possiamo permetterci tutto perché ogni cosa è autorizzata, ogni parola è concessa e ogni errore è perdonato.
Tra le braccia delle nostre mamme potremmo trovarci sulla luna senza esserci mai accorti di aver viaggiato, potremmo risvegliarci avvinghiati alle loro gambe nel lettone matrimoniale che dividevano con papà, senza esserci mai accorti di essere tornati bambini, potremmo sentirci ancora puri come quando una mano sconosciuta ci ha fatto strillare per aver versato dell'acqua fredda sulla nostra testolina sorretta dalle sue mani.
Ecco il miracolo che non potrà mai appartenere a un padre, perché solo chi ha custodito in grembo e da subito ogni nostro movimento, può accarezzare quel sesto senso vitale che vibra ancora in ogni circostanza, prevedibile e imprevedibile, ambita o inaspettata, voluta o indesiderata.
L'amore di una mamma è caldo come nessun uomo può immaginare, per questo siamo tutti perennemente ustionati dall'idea che quando non sarà più accanto a noi tutto ricorderà quel pianto disperato e famelico interrotto solo dal suo capezzolo.
Che miracolo la vita.
Che miracolo la mamma.
Che miracolo aver compreso che se dovessimo dare un volto alla nostra vita, sicuramente la riconosceremmo nel sorriso della nostra mamma.
Allora auguri a chi lo è già e a chi sta per diventarlo, a noi figli disattenti a non ripeterle quanto le amiamo e ai nostri padri che per una volta tanto sapranno mettersi da parte.
Auguri alle mamme volate in cielo, alle custodi del paradiso, alle mamme uccise da mariti ingiusti e alle mamme ammazzate da figli inconsapevoli di essere vittime come loro.
Auguri alle mamme con le artrosi a mani e piedi, a quelle con la memoria persa e a quelle pur sempre dolci e pronte ad amare ancora.
Auguri a chi mamma non è potuta diventare, a chi ha faticato per riuscirci e a chi sogna di diventarlo.
Auguri alla cosa più bella del mondo, all'unica creatura che unisce e non divide,  che soffre e non urla e che piange sempre di nascosto.
Auguri a te, mamma, e grazie per avermi donato questa dura ma stupenda vita!




meraklidikos@gmail.com

sabato 8 maggio 2021

Esiste un mondo abitato da sole speranze, quelle che i ricordi delle cose fatte in terra possano servire a renderlo migliore.
Un mondo privo di preoccupazioni e scadenze, dove le televisioni ed i cellulari sono banditi a favore di emozioni vissute.
Lo si può immaginare chiudendo gli occhi, viaggiando tra gli anni passati e prenotando quelli futuri, rileggendo le pagelle che ci hanno permesso di andare  avanti e curando le sconfitte che ci hanno lasciato allettati per troppo tempo.
Noi fatti di carne ed ossa residenti sulla terra, le nostre anime così astratte e desiderose di fisicità domiciliate lontano sopra un altro pianeta ancora tutto da girare.
La terra e un pianeta lontano, quello che siamo e quello che vorremmo diventare, ciò che tocchiamo ad occhi aperti e ciò che sogniamo ad occhi chiusi.
C'è una cosa che congiunge tali distanze, qualcosa di magico che rende tutto questo altalenare di mondi stabile e possibile da godere come fosse reale.
Un cambio di residenza naturale, un trasloco tutt'altro che faticoso, una dimora interiore rassicurante che salva dal batticuore terrestre e appaga la grazia  di un sogno sperato.
Vivere da padre, che vale quanto vivere da madre.
Paternità e maternità sono attesa e sorpresa, corsa campestre e volo d'angelo, gioia infinita e dolore incurabile.
Amare un figlio trasporta ogni cosa in una dimensione innaturale che non appartiene a questo mondo, eppure ci lascia vivere ogni angolo della terra nonostante clandestini di noi stessi.
Quando godi della grandezza di ciò che hai realizzato, scatta l'espulsione fisiologica nel pianeta del silenzio, quello che solo in pochi possono visitare, quello  che per tanti non esiste e mai esisterà.
Sono i negazionisti della bellezza, quelli che ti considerano pazzo se decidi di diventare di nuovo padre a 47 anni, quelli che "ricominciare tutto da capo" è pura follia.
Ma che ne sanno i terrestri distratti di quello che si prova nel chiudere gli occhi per ritornare più spesso nel pianeta delle meraviglie?
Il biglietto per rivisitare se stessi può stamparlo solo una ripartenza cosi coraggiosa.
Eppure l'ombra dello scetticismo lascia svegli tanti corpi malati di ordinarietà, non rendendoli più capaci di differenziare neanche l'alba da un tramonto.
Quel mondo abitato da sole speranze esiste, eccome se esiste.
Forse è semplicemente il paradiso che qualcuno ha voluto preparare per noi regalandoci una visita guidata, forse è solo un brivido da godere ancora da vivi prima che i nostri occhi si chiudano per sempre, o forse è solo una dimensione riservata a pochi che non merita neppure di essere compresa da tutti.
La verità è che volare spaventa perché là sotto tutto somiglia a un pericolo, ma quando prendi gusto a rimanere lassù, non hai più voglia di atterrare tra quei palazzi fatti di sole miserie.
Sono fortunato, lo sono come tanti, ma è la consapevolezza che rende tutto più grande.




meraklidikos@gmail.com