mercoledì 15 giugno 2022

Cosa si cela dietro ogni posa?
Il batticuore improvviso mentre si ricerca un sorriso oppure un'emozione inaspettata nell'attesa di uno scatto?
Dietro ogni posa può esistere l'improbabile espressione di chi può immortalare la noia per un'attenzione richiesta ma ricambiata a forza, oppure l'entusiasmo per la condivisione di un sorriso regalato a chiunque avrà la fortuna di riceverlo.
Alcuni ricordano il quando, altri solamente il dove.
C'è chi spiegherebbe il come, qualcun altro esclusivamente il perché.
Ogni posa ha un dentro e un fuori, una messa a fuoco e uno sbiadito, una fetta di vita vissuta e un'altra tutta ancora da vivere.
Dentro ci sono caratteri e volti, sogni risvegliati dalle albe e progetti addormentati dai tramonti.
Non esiste un altro modo per fermare il tempo, se non quello di mettersi in posa e sperare di venire bene.
A voi che siete lo sviluppo più bello di tutti i negativi che mi è stato concesso di stampare in vita, stanotte io dono la cornice più grande e più solida per rifinire al meglio il mio quadro preferito.
Spero non vi stancherete mai di sentirvi troppo stretti, così tanto vicini, così ermeticamente chiusi dall'amore che vi unisce.
A voi che riuscite sempre a tirar fuori i colori più belli, stanotte io dono la carta migliore, quella sopra cui spero un giorno apparirete inevitabilmente cresciuti ma innamorati della vita.
Spero non la odierete mai, ma troviate sempre e comunque il coraggio e la forza di amarla.
A voi che profumate di buono, a voi che fate invidia al mondo, a voi che siete passato e presente, io stanotte dono il mio futuro, quello tutto da scrivere, quello che il destino vorrà riservarci, quello che certamente vivremo insieme.
Che ogni posa diventi poster, che ogni scatto immortali sorrisi e che ogni vostro desiderio prenda forma.
Non sarà più importante pensare al quando, al dove, al come e al perché.
Saremo è per essere ed e per unire, verbo per raccontarci e congiunzione per insegnare.
Saremo quello che già siamo, lontani da paparazzi curiosi e fenomeni invidiosi: saremo noi.
Sogni d'oro cuccioli miei.




meraklidikos@gmail.com

mercoledì 8 giugno 2022

Un caro compagno di viaggio a cui tengo molto, in queste ore mi ha confessato che la "poetica della gioia" (così l'ha definita) con cui racconto in modo disordinato la mia vita, a suo modo di vedere è contagiosa.
"Poetica della gioia": meno male che almeno è disordinata, perché se non lo fosse, raccontata così, sembrerebbe perfetta.
Mi chiedo allora cosa può significare definire poetico un pensiero, cosa rende un racconto simile a una poesia e cosa può far convogliare a nozze il contenuto di una mera riflessione con la grazia della gioia che può trasmettere.
Mi chiedo se ciò che capita è frutto esclusivo della involontaria e fortunosa capacità di toccare il cuore di chi legge, oppure nasce dalla fame famelica di poesia di cui tutti soffriamo da troppo tempo.
Mi chiedo ancora cos'è la gioia, quella vera, quella che ci rende tutti uguali, scarichi di pensieri e dediti a sorridere senza rimanere incantati a risolvere problemi e algoritmi futili.
Sarebbe fantastico trasformare le nostre vite in prose e sonetti da scrivere convertiti in rime e poesie da recitare.
Stampare le nostre gioie dentro rilegati di ottimismo capaci di donare ad ogni scrittore prima e a ogni lettore dopo, poesia e gioia.
La verità è che non siamo tutti scrittori, ma neppure tutti lettori.
Così come non possiamo tutti riconoscerci nella poesia come nella gioia.
Nel mondo in cui viviamo c'è bisogno di pagine e inchiostro, di occhi che leggano e voci che raccontino, di orecchie che ascoltino e mani che stringano.
Nel mondo in cui viviamo c'è bisogno di gioia, e se qualcuno ogni tanto riuscisse a trasformare la propria felicità in poesia, farebbe un dono raro ad ogni suo compagno di viaggio.
Non è semplice essere sempre allegri, e non è neppure semplice trasformare tutto sempre in poesia, ma sono certo che ogni uomo può diventare contagioso di gioia, senza mascherine simboliche e tamponi obbligatori.
La poetica della gioia possiamo cominciare a raccontarla con la nostra vita.
Quello che ne verrà lo vedremo dopo.
Grazie Valentino.




meraklidikos@gmail.com

sabato 4 giugno 2022

E questa sarebbe una follia?
Poverini: non saprete mai cosa vi state perdendo.
Dopo un ventennio è sempre meglio ritrovarsi a giocare con la vita seduti attorno a un tavolo allegro che rimanere in silenzio uno di fronte all'altro annebbiati dalla noia.
Voi ordinate pure il caffè: noi abbiamo appena cominciato.




meraklidikos@gmail.com

venerdì 3 giugno 2022

Date una vespa ad un giovane ragazzo e la userà sicuramente per fare baldoria con gli amici, per portare il suo primo amore al mare oppure per attraversare le nuove avventurose strade che la vita gli spalancherà davanti.
La userá per farsi le ossa sui motori con le mani sporche di olio e di grasso, vivendo con la speranza che alla fine tutto andrà ancora più forte o, perlomeno, tutto si rimetterà in moto.
Date una vespa ad un uomo di mezz'età e sicuramente gli ricorderà che c'è ancora tempo per vivere, perché la vita è piena di sorprese emozionanti e perché ci sono tantissime cose che lui stesso non avrebbe mai immaginato d'imparare.
La grippatura di un motore, la scintilla che non arriva alla candela o, meglio ancora, la scoperta di un borgo sconosciuto.
Un borgo scovato dopo una deviazione dalla statale che aveva percorso mille volte, prima d'inforcare un giorno una stradina di campagna mai vista prima.
Date una vespa ad un uomo anziano e sicuramente ci porterà a spasso i suoi ricordi.
In prima, partendo piano per non rischiare di perderli mai.
In seconda, per allontanarsi da quelli che rischiano di farlo cadere se dovesse mai inciampare andando troppo piano.
In terza, con il motore che sale di giri mentre si sorride sotto il casco, sazio della consapevolezza che una parte di noi non ha mai smesso di avere 16 anni.
Infine in quarta, andando più forte, fin dove può il motore, perché finché ci sarà strada, ci sarà tempo per vivere.




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