venerdì 30 dicembre 2022

Se avessi potuto, vi avrei abbracciato ancora, stringendovi più forte e uno ad uno.
Avrei allargato le mie braccia molto di più, senza mani, senza confini, senza la preoccupazione di perdermi dentro quel calore che da sempre ha scaldato ciò che eravamo e ciò che siamo, ciò che avevamo e ciò che abbiamo, ciò che abbiamo letto e ciò che scriveremo ancora insieme.
Una fine dell'anno sorprendente, un inizio dell'anno superlativo.
Noi, fine ed inizio, da sempre e per sempre.
Brindo ancora all'amicizia, quella vera, la nostra.
Arrivederci a presto, pezzi di puzzle a cui mai rinuncerò.




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domenica 25 dicembre 2022

L'Argentina è diventata per la terza volta campione del mondo escludendo la Francia dal titolo.
Gianluca Vialli combatte ancora a muso duro una malattia che non lo abbandona, mentre Sinisa Mihajlovic non ce l'ha fatta nonostante ce l'avesse messa tutta.
La Meloni vuole togliere il reddito di cittadinanza, ma i nullafacenti che lo percepiscono ancora, scendono in piazza perché non lo ritengono giusto.
Tutti ponderano i consumi di luce e di gas, rimanendo comunque al caldo e con la televisione accesa, mentre in Russia ed in Ucraina si continua a morire.
L'ordinario rende il mondo regolare, ma lo straordinario inevitabilmente lo completa.
Nel frattempo tra qualche giorno arriverà per tutti il Natale.
Avremo nuove notizie tristi da ascoltare, ma anche cose belle da condividere.
Sui giornali leggeremo storie di chi vince e di chi perde, di chi sopravvive e di chi muore, di chi apre i rubinetti per annegare il mondo e di chi prova a richiuderli per evitare che questo accada.
Ci saranno bombe che cadono sopra case fredde e regali scartati davanti a presepi illuminati a giorno dentro case calde.
Organizzeremo cene di fine anno sperando che gli antipatici siano assenti, ma puntualmente taglieremo il panettone con le loro braccia tese davanti a noi, misericordiose e caritatevoli ad aspettare la prima fetta.
La storia degli uomini è ciclica come un turno in quinta.
Dalla sera al pomeriggio, dal mattino alla notte: tutti a correre dietro a chi sbaglia, tutti a scrivere o a leggere in attesa della fine di ogni turno.
Poi il riposo, quello assegnato e quello negato, quello non fruito e retribuito con un cambio turno e quello concesso anche contro la nostra volontà.
Ogni uomo da lo 011 al suo destino, ma non per tutti gli equipaggi la risposta equivale ad uno 016, ed è per questo che nella vita degli uomini non tutti sono tenuti a capire, perché non tutto sempre si può spiegare.
E allora buon Natale a chi come noi ci crede ancora e vuole vivere senza ferire, a chi come noi rappresenta il bene e continua a correre per arrivare prima del male e a chi come noi brinda e alza il bicchiere anche davanti all'arroganza e alla supponenza di chi ci vorrebbe sdraiati e vicini allo smontante.
Buon Natale a chi come noi alza la coppa tutti i giorni, a chi come noi ha poco reddito ma tanta cittadinanza e a chi come noi continuerà a combattere ogni leucemia politica che proverà ad infettare l'entusiasmo con cui decoriamo il nostro lavoro.
Crepi l'invidia e chi la rappresenta, perché nel nostro presepe c'è solo vita.
Buon Natale colleghi miei, a voi che sapete bene cosa vuol dire fiducia, a voi che perdonate e sapete farvi perdonare, a voi che sapete stare a questo mondo in piedi, con le spalle larghe e la schiena dritta, proprio come tutti giorni provo a starci anche io.




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sabato 24 dicembre 2022

Oggi nessuno di noi avrà il tempo di fermarsi.
Correremo tutti dietro ai regali dell'ultimo minuto, al pesce più fresco sui banchi del mercato e al panettone artigianale sfornato di recente.
Oggi nessuno di noi avrà il tempo di rimanere in silenzio.
Ascolteremo i passi affrettati nella neve ormai acquosa, i baci formali scambiati per strada e le nenie natalizie che accompagnano le luminarie.
Oggi nessuno di noi si concederà un po' di riposo.
Cucineremo per ore quello che non abbiamo mangiato per un anno intero, mangeremo fino a tardi senza pensare a cosa fare domani e scarteremo regali donati e ricevuti senza neppure interessarci del tempo che è trascorso.
Eppure questa è la vigilia di Natale.
Tutti dovremmo seguire la stella che porta a Betlemme, aspettare la mezzanotte per cantare "Gloria a Dio" e gioire per la nascita di un Re che resetti ogni Repubblica e ogni Monarchia, ogni decreto legge e ogni manovra finanziaria, ogni tredicesima già spesa e ogni imposta ancora da pagare.
A me piace immaginare diversamente le strade che oggi tutti percorreremo.
Vedo ogni uomo immobile e in silenzio, non condizionato dalla sua latta rumorosa e non disturbato dagli eventi che scrivono la sua storia.
Vedo ogni uomo con il proprio Natale in mano, rosso e caldo, illuminato dalla speranza di trovare il mago che potrà donargli cosa cerca veramente e scaldato dalla certezza che tutto questo non sarà impossibile da realizzare.
Vedo ogni uomo felice per quello che ha ed orgoglioso di quello che è.
La grande festa è alle porte ormai.
Sarebbe veramente un peccato risvegliarsi a Santo Stefano senza aver goduto del giusto riposo interiore e senza aver sfruttato questa ghiotta occasione per ricordare che il Natale non è nient'altro che un bel check up al nostro cuore.
Un esame, un test diagnostico eseguito su indicazione di un medico appena nato, povero e infreddolito, ma scaldato da un bue e un asinello che fanno invidia al gas di Vladimir.
Vedo per ogni uomo un Natale di accertamenti volti a conoscere in maniera approfondita lo stato di salute della propria anima.
Quel Mago donerà solo cose belle a tutti quelli che gliele chiederanno, ma questo accadrà solamente se la morbidezza del cuore degli uomini saprà smontare ogni latta arrugginita che comprime abitudini e stili di vita.
Spero che la vigilia di Natale possa aiutare tutti noi a preparare una grande festa, fatta di perdono e sorrisi sinceri.
Il mondo delle streghe malvagie dell'Ovest si allontani dagli uomini.
In terra abbiamo solo bisogno d'amore e, il Natale che sta per arrivare, ce ne donarà quanto ne vogliamo.



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venerdì 16 dicembre 2022

Illustrissimo Signor Questore.
Chi le scrive è portavoce di una delle rappresentanze sindacali più numerose degli appartenenti alla Polizia di Stato della Provincia di Torino.
È spiacevole dover trovare il tempo di contestarle delle scelte durante questi giorni così pieni di luminarie natalizie, ma mai come in queste ore sento il peso della responsabilità che ricopro.
Pertanto proverò a raccontarle una storia che non avrà certo un lieto fine.
Dall'inizio dell'anno ci siamo confrontati sulle soluzioni che potevano essere adottate per fronteggiare le emergenze connesse all'Ufficio Passaporti della nostra Provincia.
Spesso lo abbiamo fatto seduti ad un tavolo congiunto, unitamente ad altre Organizzazioni Sindacali.
Di raro telefonicamente utilizzando la disponibilità del Signor Vicario.
Qualche altra volta per interposta persona, condizionati da eventi e situazioni contingenti sempre legate al lavoro.
Abbiamo cercato di non essere considerati recidivi nel contestarle certe scelte e presuntuosi nel provare a convincerla che in fin dei conti avevamo ragione noi.
A distanza di mesi siamo ancora qui, a glissare su quanto non è stato fatto e si sarebbe potuto fare.
Ci ritroviamo a manifestarle il nostro dissenso relativamente alla decisione scellerata delle aperture straordinarie al pubblico fino a primavera dell'Ufficio Passaporti.
Siamo stati informati solo parzialmente di questa sua decisione, con gli strumenti previsti e nei tempi consoni, ma scoprire solo dagli organi di stampa e a giochi ormai fatti le sue intenzioni, ci ha lasciato perplessi.
Già, perché ha preferito non condividerle con le Organizzazioni Sindacali che da sempre le hanno mostrato disponibilità nella risoluzione dei problemi e alto senso etico per affrontarli di comune accordo.
Tutto questo ha il sapore della delusione e della resa.
Questa volta no.
Questa volta il succo è tratto da un frutto nato dal tentativo di salvare la faccia davanti ai cittadini e, forse, alla politica, privando chi è titolato a salvaguardare il benessere dei colleghi, d'intervenire per rallentare o addirittura fermare quanto deciso.
I colleghi in servizio all'Ufficio Passaporti sono stanchi.
Chiedevano solo di essere ascoltati, da lei e da nessun altro, per raccontarle come vivono la gestione di questa criticità che ormai va avanti da mesi.
Con lo strumento del tavolo congiunto che le era stato richiesto e grazie alle parole di chi li rappresenta, avrebbero potuto suggerirle strade diverse da percorrere, scadenzari nuovi e piani di rientro nei ritardi conclamati diversi da quello semplicistico e riduttivo di impiegarli per tutti i sabati avvenire, magari alternando il carico di lavoro burocratico che stanno sostenendo, ai soliti servizi di Ordine Pubblico onnipresenti nel panorama operativo della nostra città.
Peccato davvero.
Illustrissimo Signor Questore.
Ha perso una buona occasione per fare un bel regalo di Natale a chi da mesi ha sempre donato e non ha mai ricevuto, ma, a parer nostro, farebbe ancora in tempo ad accettare quel tavolo congiunto.
Magari, davanti a una fetta di panettone, riusciremmo a far pace per decidere insieme quale percorso adottare per risollevare quest'emergenza, nel rispetto di chi (e Lei lo sa) conosce molto bene cosa vuol dire lavorare e sacrificarsi responsabilmente.
Ogni storia carina finisce sempre con un dolce "e vissero felici e contenti" ma questa volta non andrà a finire così, perché di felice e contento non ci sarà nessuno, forse neppure Lei.
I cittadini non avranno un servizio più efficiente perché le aperture straordinarie non saneranno l'emergenza, i colleghi sanno chiamati a lavorare di più senza guadagnare nulla e le organizzazioni sindacali saranno ancora più "attente" a smettere di scendere a compromessi con l'Amministrazione in quanto ancora una volta snobbate dal silenzio e dall'indifferenza di chi invece dovrebbe imparare a confrontarsi SEMPRE.
Buon Natale Signor Questore dalla grande famiglia dell'FSP.




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