sabato 30 settembre 2023

Sono convinto che tutto quello che bisogna insegnare ai propri figli, non lo ha mai scritto nessuno e da nessuna parte.
Sarebbe stata un'impresa ardua, perché ogni bambino è diverso dall'altro.
Ciò che assume un carattere prioritario per alcuni potrebbe risultare superfluo per altri, e attenersi ad un ipotetico protocollo uguale per tutti, significherebbe commettere un grosso errore
Questo è l'aspetto caratteriale ed emotivo.
Poi c'è quello temporale.
Provate ad immaginare, per esempio, se io avessi dovuto dare o non dare a Lorenzo quello che ho dato o non dato a Samuel e a Christian.
Peggio ancora quello mio padre ha dato o non ha dato a me.
Non contestualizzare le generazioni con le loro poche mutazioni e le loro tante evoluzioni, di certo lascerebbe ai nostri figli un'eredità messa a dura prova sotto l'aspetto psicologico.
Quanti ne verrebbero fuori illesi?
A parere mio pochissimi, forse nessuno.
Per questo quando qualcuno mi chiede com'è stato ritornare a fare il papà dopo vent'anni, io ho sempre risposto che è stato più bello e meno impegnativo di quanto non lo sia stato prima.
Bisogna solo essere temerari e trovare il coraggio di stravolgere ogni schema precedentemente adottato, a costo di risvegliarsi diversi da quello che si è stati prima.




meraklidikos@gmail.com


lunedì 25 settembre 2023

Oggi è morto un criminale, non è morto un poveraccio di 61 anni malato da tempo.
Oggi è sparito per sempre dalla faccia della terra un delinquente, un assasino figlio di un'associazione criminale che ha fatto esplodere in aria uomini giusti, alfieri della legalità, paladini delle istituzioni.
Oggi è morto un uomo capace di finanziare la sua latitanza per decenni con profitti derivanti dal gioco d'azzardo, dal traffico internazionale di stupefacenti e dal miserabile e vile gioco delle estorsioni.
Oggi è morto colui che si è fatto catturare per essere curato, facendo credere al mondo intero di essere stato sgominato, sconfitto.
Sapete in realtà chi esce perdente da tutta questa storia?
Chi riesce a provare pietà per un essere umano così, chi ha la memoria corta e ha già dimenticato le stragi di Capaci e via d'Amelio, le bombe di Firenze, Milano e Roma e tutti gli omicidi (più di 20) di cui era accusato e per i quali era ricercato.
Giuseppe Di Matteo aveva 12 anni, era solo un bambino figlio di un uomo che aveva deciso di collaborare con la giustizia.
L'uomo per cui qualcuno prova pietà stasera, ha prima preteso il sequestro di quell'adolescente, e successivamente ha ordinato che venisse sciolto nell'acido mentre aveva ancora le lacrime sul volto.
Da quello che hanno raccontato gli esecutori materiali di questa assurda vicenda, quelle lacrime sul volto di Giuseppe erano cadute dopo che un cappio attorno al collo gli aveva stroncato la vita.
Io non provo nessuna pietà per quest'essere.
Io non mi associo assolutamente alla fetta più ampia di chi si arena nel pietismo di fine/vita, motivando tale decisione dalla cosiddetta "umanità".
L'umanità, quella vera, è un'altra cosa, e non bisognerebbe mai e per nessuna ragione al mondo tentare di associarla a un delinquente di questa portata.
Io non mi prostituisco al perdono di chi non lo merita, di chi ha fatto piangere mamme, mogli e figli di colleghi, di uomini che hanno dato la vita in nome della giustizia, di servi eroici dello Stato che hanno sacrificato ogni cosa per cercare di garantire a tutti un mondo migliore.
Adesso dormi, Messina Denaro Matteo.
Dormi, per sempre, e non risvegliarti mai più.
Vali niente.




meraklidikos@gmail.com