martedì 24 gennaio 2023

La legalità non deve poter essere riconosciuta esclusivamente in funzione dell'età.
Nascere e crescere col senso della giustizia in testa, infatti, può solamente far ben sperare.
Chi non è d'accordo avrà vita breve.
Chi ne è consapevole vivrà in eterno.




meraklidikos@gmail.com

sabato 21 gennaio 2023

Messina Denaro Matteo.Se avessimo arrestato questo bandito subito, qualche mese dopo le stragi di Capaci e di Via D'Amelio, lo avremmo comunque accompagnato in carcere senza manette e con una specie di picchetto d'onore ad attenderlo in macchina?
Ma davvero nel paese di Pulcinella basta far trascorrere sei lustri per dimenticare quanti funerali ha visto in televisione questo criminale davanti a una birra ridendo di chi li piangeva?
Ho capito bene?
I preposti alla divulgazione della notizia si sono concentrati a raccontare di un orologio da 36.000 euro che questo verme aveva al polso al momento del suo arresto, senza nemmeno accennare al certo ed inestimabile patrimonio che si è costruito in tutti questi anni di villeggiatura coperta?
Messina Denaro Matteo.
Io ti avrei zavorrato per bene e ti avrei portato a piedi nel peggior carcere di massima sicurezza presente sul territorio, per accompagnarti quanto prima all'inferno con un solo pezzo di pane al giorno, duro e bagnato dall'acqua.
Mentre uscivi da quell'ospedale dove ti sei fatto curare per anni a spese della gente perbene, avrei ricordato i nomi e i cognomi dei colleghi che hai deriso dopo averli disintegrati con l'impeto della tua ignoranza e la violenza del clan che rappresentavi.
Avrei spaccato quell'orologio davanti ai tuoi occhi, così come avrei garantito in tempo zero tutti i tuoi beni, immobili e non, alle vittime della mafia.
Trasformare ville e auto di lusso in strumenti utili alla salvaguardia, all'efficienza e l'incolumità dei preposti alla legalità di questo paese, ma subito, e non tra dieci anni come sempre accade e accadrà.
Messina Denaro Matteo.
Io ero tra chi ha pianto quelle vittime, sono tra chi deve continuare a difendere chi è rimasto in vita a combattere quelli come te e sarò tra quelli che non perdoneranno mai, anche se l'arco temporale interessato a garantire la vostra caduta sarà talmente ampio da farci correre il rischio di dimenticare.
Questo è il nostro momento, questo è il momento di chi non c'è più.
Tu non sei un eroe.
Non potrai più sfuggire dal pianto doloroso dei loro affetti, ma solo morire per non raggiungerli di certo in paradiso.
Lì ci vanno gli angeli e non i demoni come te.
Spero tu possa bruciare presto all'inferno.




meraklidikos@gmail.com

lunedì 9 gennaio 2023

Le feste finiscono qui, in questa notte piovosa dove tutto tace e ogni cosa parla d'inverno.
Il camino ha smesso di ardere l'ultimo ceppo di betulla avuto in pasto ieri sera.
I panettoni aperti una settimana fa, attendono di essere consumati del tutto dentro le buste zuccherate e richiuse dal solito nastrino metallico bianco.
L'albero di Natale si è ormai rinchiuso nella sua scatola di cartone con tutti i suoi addobbi e tutte le sue lucine si sono spente con l'arrivo dell'anno nuovo.
Anche i personaggi del Presepe si sono ritirati, ognuno alla propria vita e ognuno per la propria strada.
La grotta di Betlemme domani mattina sarà priva anche del bue e dell'asinello che, nel pieno rispetto della tradizione, saranno gli ultimi ad abbandonarla.
Anche quest'anno è stato bello incantarsi ad osservare in silenzio il Presepe.
Anche quest'anno il bambinello più lungimirante di tutti gli uomini ha promesso al mondo intero che gli darà una mano per diventare migliore.
Anche quest'anno, come ogni anno, qualcosa è finito e qualcos'altro è cominciato.
Ciò che se n'è andato lo abbiamo bruciato nel caminetto acceso delle cose vissute, e ciò che invece è arrivato, lo abbiamo bagnato di ottimismo con lo spumante stappato il primo dell'anno.
Ma tra le sorprese più belle che stanotte rivedo nei fotogrammi di queste festività, ci sei tu, con la tua famiglia straordinaria e le tue bambine speciali.
Vivere il Capodanno insieme a voi è stato bellissimo.
Altro...che Calvario.
Altro...che Via Crucis.
Le nostre vite ci impongono oramai di vederci veramente poco, e adesso che anche la quotidianità ci ha imposto di allontanarci dalla quiete di quella grotta, tutto diventa ricordo da suggellare e rievocare quando tornerà la luce del giorno.
D'altronde è solo la notte che archivia, è solo la notte che conclude ed è solo la notte che salva con nome immagini e video che ci hanno reso felici.
Potessi vi abbraccerei ancora.
Andrei a rifare il muschio e riaccenderei nuovamente le luci sul Presepe vivente che abbiamo rievocato.
Metterei di nuovo ogni statuina al suo posto, in particolare per rivedere te in cucina a preparare la colazione per tutti.
Aspettare che arrivi la fine di un'altra giornata intensa vissuta insieme e augurarsi la buonanotte davanti al camino che sta riducendo in cenere tutto ciò che ha bruciato per tante ore.
Ma stanotte è troppo buia per riuscire a rivederti qui.
C'è troppa pioggia silenziosa che la bagna e troppo freddo umido per riuscire e riscaldarla.
Aspetterò il mattino, come ho aspettato l'anno nuovo, convinto che ci ritroveremo presto a raccontarci pregi e difetti delle nostre vite così lontane.
Noi, simili e diversi, deboli e forti, fratello e sorella dentro un Presepe abitato da tante comparse che attendono come noi un giorno nuovo, quello caldo, quello col sole, quello che renderà tutti veramente migliori.
Buon rientro a casa sorellona mia...




meraklidikos@gmail.com

venerdì 6 gennaio 2023

Nessun uomo ama abbandonare la propria vita.
Nessun uomo desidera lasciare questa terra.
Nessun uomo vuole morire.
Tutti i gli uomini imparano ad amare di più ciò che li abbandona e, nonostante tutto, desiderano rimanere con loro su questa terra il più allungo possibile, augurandosi di non morire mai.
Ieri Sinisa, oggi Gianluca.
Uomini, conosciuti e famosi.
Sportivi esemplari e genitori fortunati.
Benestanti, simpatici e invidiati, ma pur sempre uomini.
È questo forse che li ha resi diversi, perché nella loro capacità di raccontarsi, sono stati in grado di farsi volere bene da tutti noi, che da terre lontane abbiamo riconosciuto in loro l'umanità prima di ogni altro trofeo conquistato.
In questo abbraccio col suo grande amico Roberto Mancini, Gianluca Vialli ha commosso tutti.
Sapevamo come sarebbe andata a finire, e oggi siamo qua a chiudere definitivamente ogni bella pagina di sport che gli apparteneva e ogni scatto fotografico di vita vissuta assieme.
È come se due persone mai incontrate prima, appartenessero da sempre alla nostra esistenza.
Quelle che apparivano come vite onnipotenti, oggi si spengono nella livella più triste dell'esistenza, che tale non è più.
Un monito rocambolesco che si rinnova impetuoso ogni volta che gli equilibri apparenti delle nostre strade si manifestano.
La morte non guarda in faccia a nessuno, neppure a chi è riuscito sempre a distinguersi dentro un mondo di opportunisti e mercenari.
Non li santifico, ma riconosco a Mihajlovic e Vialli ciò che sono riusciti ad insegnarci con i loro addii, con la loro sofferenza, con la loro tenerezza ben lontana dalla grinta (e che grinta) mostrata sui campi di calcio.
La forza, il coraggio e la caparbietà di crederci sempre, fino alla fine, per il proprio bene e per quello dei propri cari.
E allora null'altro da aggiungere, se non le ultime righe che il mio centravanti preferito ha lasciato al mondo intero qualche mese prima di morire.
Già, perché Luca non era un centravanti.
Per quelli della mia generazione, Luca era "il centravanti".
Dentro quella pagina del suo libro c'è tutto, il vecchio e il giovane, il passato e il futuro, il Gianluca che è stato e quello che continuerà a fare gol nella mia vita:

L’onore spetta all’uomo nell’arena.
L'uomo, il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue.
L’uomo che lotta con coraggio, che sbaglia ripetutamente sapendo che non c’è impresa degna di questo nome che sia priva di errori e mancanze.
L’uomo che dedica tutto se stesso al raggiungimento di un obiettivo, che sa entusiasmarsi e impegnarsi fino in fondo e che si spende per una causa giusta.
L’uomo che, quando le cose vanno bene, conosce finalmente il trionfo delle grandi conquiste e che, quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato.
Quest’uomo non avrà mai un posto accanto a quelle anime mediocri che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta.

Ciao bomber: ciao capitano, mio capitano.




meraklidikos@gmail.com

giovedì 5 gennaio 2023

Le feste finiscono qui, in questa notte piovosa dove tutto tace e ogni cosa parla d'inverno.
Il camino ha smesso di ardere l'ultimo ceppo di betulla avuto in pasto ieri sera.
I panettoni aperti una settimana fa, attendono di essere consumati del tutto dentro le buste zuccherate e richiuse dal solito nastrino metallico bianco.
L'albero di Natale si è ormai rinchiuso nella sua scatola di cartone con tutti i suoi addobbi e tutte le sue lucine si sono spente con l'arrivo dell'anno nuovo.
Anche i personaggi del Presepe si sono ritirati, ognuno alla propria vita e ognuno per la propria strada.
La grotta di Betlemme domani mattina sarà priva anche del bue e dell'asinello che, nel pieno rispetto della tradizione, saranno gli ultimi ad abbandonarla.
Anche quest'anno è stato bello incantarsi ad osservare in silenzio il Presepe.
Anche quest'anno il bambinello più lungimirante di tutti gli uomini ha promesso al mondo intero che gli darà una mano per diventare migliore.
Anche quest'anno, come ogni anno, qualcosa è finito e qualcos'altro è cominciato.
Ciò che se n'è andato lo abbiamo bruciato nel caminetto acceso delle cose vissute, e ciò che invece è arrivato, lo abbiamo bagnato di ottimismo con lo spumante stappato il primo dell'anno.
Ma tra le sorprese più belle che stanotte rivedo nei fotogrammi di queste festività, ci sei tu, con la tua famiglia straordinaria e le tue bambine speciali.
Vivere il Capodanno insieme a voi è stato bellissimo.
Altro...che Calvario.
Altro...che Via Crucis.
Le nostre vite ci impongono oramai di vederci veramente poco, e adesso che anche la quotidianità ci ha imposto di allontanarci dalla quiete di quella grotta, tutto diventa ricordo da suggellare e rievocare quando tornerà la luce del giorno.
D'altronde è solo la notte che archivia, è solo la notte che conclude ed è solo la notte che salva con nome immagini e video che ci hanno reso felici.
Potessi vi abbraccerei ancora.
Andrei a rifare il muschio e riaccenderei nuovamente le luci sul Presepe vivente che abbiamo rievocato.
Metterei di nuovo ogni statuina al suo posto, in particolare per rivedere te in cucina a preparare la colazione per tutti.
Aspettare che arrivi la fine di un'altra giornata intensa vissuta insieme e augurarsi la buonanotte davanti al camino che sta riducendo in cenere tutto ciò che ha bruciato per tante ore.
Ma stanotte è troppo buia per riuscire a rivederti qui.
C'è troppa pioggia silenziosa che la bagna e troppo freddo umido per riuscire e riscaldarla.
Aspetterò il mattino, come ho aspettato l'anno nuovo, convinto che ci ritroveremo presto a raccontarci pregi e difetti delle nostre vite così lontane.
Noi, simili e diversi, deboli e forti, fratello e sorella dentro un Presepe abitato da tante comparse che attendono come noi un giorno nuovo, quello caldo, quello col sole, quello che renderà tutti veramente migliori.
Buon rientro a casa sorellona mia.




meraklidikos@gmail.com

domenica 1 gennaio 2023

Le mie Ali e la mia Luna: il mio Universo.
Auguro a tutti un cielo ricco di pianeti nuovi da esplorare, stelle giganti e splendenti dentro cui trovare luce e ali spiegate e forti per raggiungerle.
Felice 2023 a tutti gli abitanti della Terra.




meraklidikos@gmail.com