venerdì 16 dicembre 2022

Illustrissimo Signor Questore.
Chi le scrive è portavoce di una delle rappresentanze sindacali più numerose degli appartenenti alla Polizia di Stato della Provincia di Torino.
È spiacevole dover trovare il tempo di contestarle delle scelte durante questi giorni così pieni di luminarie natalizie, ma mai come in queste ore sento il peso della responsabilità che ricopro.
Pertanto proverò a raccontarle una storia che non avrà certo un lieto fine.
Dall'inizio dell'anno ci siamo confrontati sulle soluzioni che potevano essere adottate per fronteggiare le emergenze connesse all'Ufficio Passaporti della nostra Provincia.
Spesso lo abbiamo fatto seduti ad un tavolo congiunto, unitamente ad altre Organizzazioni Sindacali.
Di raro telefonicamente utilizzando la disponibilità del Signor Vicario.
Qualche altra volta per interposta persona, condizionati da eventi e situazioni contingenti sempre legate al lavoro.
Abbiamo cercato di non essere considerati recidivi nel contestarle certe scelte e presuntuosi nel provare a convincerla che in fin dei conti avevamo ragione noi.
A distanza di mesi siamo ancora qui, a glissare su quanto non è stato fatto e si sarebbe potuto fare.
Ci ritroviamo a manifestarle il nostro dissenso relativamente alla decisione scellerata delle aperture straordinarie al pubblico fino a primavera dell'Ufficio Passaporti.
Siamo stati informati solo parzialmente di questa sua decisione, con gli strumenti previsti e nei tempi consoni, ma scoprire solo dagli organi di stampa e a giochi ormai fatti le sue intenzioni, ci ha lasciato perplessi.
Già, perché ha preferito non condividerle con le Organizzazioni Sindacali che da sempre le hanno mostrato disponibilità nella risoluzione dei problemi e alto senso etico per affrontarli di comune accordo.
Tutto questo ha il sapore della delusione e della resa.
Questa volta no.
Questa volta il succo è tratto da un frutto nato dal tentativo di salvare la faccia davanti ai cittadini e, forse, alla politica, privando chi è titolato a salvaguardare il benessere dei colleghi, d'intervenire per rallentare o addirittura fermare quanto deciso.
I colleghi in servizio all'Ufficio Passaporti sono stanchi.
Chiedevano solo di essere ascoltati, da lei e da nessun altro, per raccontarle come vivono la gestione di questa criticità che ormai va avanti da mesi.
Con lo strumento del tavolo congiunto che le era stato richiesto e grazie alle parole di chi li rappresenta, avrebbero potuto suggerirle strade diverse da percorrere, scadenzari nuovi e piani di rientro nei ritardi conclamati diversi da quello semplicistico e riduttivo di impiegarli per tutti i sabati avvenire, magari alternando il carico di lavoro burocratico che stanno sostenendo, ai soliti servizi di Ordine Pubblico onnipresenti nel panorama operativo della nostra città.
Peccato davvero.
Illustrissimo Signor Questore.
Ha perso una buona occasione per fare un bel regalo di Natale a chi da mesi ha sempre donato e non ha mai ricevuto, ma, a parer nostro, farebbe ancora in tempo ad accettare quel tavolo congiunto.
Magari, davanti a una fetta di panettone, riusciremmo a far pace per decidere insieme quale percorso adottare per risollevare quest'emergenza, nel rispetto di chi (e Lei lo sa) conosce molto bene cosa vuol dire lavorare e sacrificarsi responsabilmente.
Ogni storia carina finisce sempre con un dolce "e vissero felici e contenti" ma questa volta non andrà a finire così, perché di felice e contento non ci sarà nessuno, forse neppure Lei.
I cittadini non avranno un servizio più efficiente perché le aperture straordinarie non saneranno l'emergenza, i colleghi sanno chiamati a lavorare di più senza guadagnare nulla e le organizzazioni sindacali saranno ancora più "attente" a smettere di scendere a compromessi con l'Amministrazione in quanto ancora una volta snobbate dal silenzio e dall'indifferenza di chi invece dovrebbe imparare a confrontarsi SEMPRE.
Buon Natale Signor Questore dalla grande famiglia dell'FSP.




meraklidikos@gmail.com

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