venerdì 11 novembre 2022

Esiste un mondo abitato da sole speranze, quelle che i ricordi delle cose fatte in terra possano servire a renderlo migliore.
Un mondo privo di preoccupazioni e scadenze, dove le televisioni ed i cellulari sono banditi a favore di emozioni vissute.
Lo si può immaginare chiudendo gli occhi, viaggiando tra gli anni passati e prenotando quelli futuri, rileggendo le pagelle che ci hanno permesso di andare avanti e curando le sconfitte che ci hanno lasciato allettati per troppo tempo.
Noi fatti di carne ed ossa residenti sulla terra, le nostre anime così astratte e desiderose di fisicità domiciliate lontano sopra un altro pianeta ancora tutto da girare.
La terra e un pianeta lontano, quello che siamo e quello che vorremmo diventare, ciò che tocchiamo ad occhi aperti e ciò che sogniamo ad occhi chiusi.
C'è una cosa che congiunge tali distanze, qualcosa di magico che rende tutto questo altalenare di mondi stabile e possibile da godere come fosse reale.
Un cambio di residenza naturale, un trasloco tutt'altro che faticoso, una dimora interiore rassicurante che salva dal batticuore terrestre e appaga la grazia di un sogno sperato.
Vivere da padre, che vale poco poco meno del vivere da madre.
Paternità e maternità sono attesa e sorpresa, corsa campestre e volo d'angelo, gioia infinita e dolore incurabile.
Amare un figlio trasporta ogni cosa in una dimensione innaturale che non appartiene a questo mondo, eppure ci lascia vivere ogni angolo della terra nonostante clandestini di noi stessi.
Quando godi della grandezza di ciò che hai realizzato, scatta l'espulsione fisiologica nel pianeta del silenzio, quello che solo in pochi possono visitare, quello che per tanti non esiste e mai esisterà.
Sono i negazionisti della bellezza, quelli che ti considerano pazzo se decidi di diventare di nuovo padre a 47 anni, quelli che "ricominciare tutto da capo" è pura follia.
Ma che ne sanno i terrestri distratti di quello che si prova nel chiudere gli occhi per ritornare più spesso nel pianeta delle meraviglie?
Il biglietto per rivisitare se stessi può stamparlo solo una ripartenza cosi coraggiosa.
Eppure l'ombra dello scetticismo lascia svegli tanti corpi malati di ordinarietà, non rendendoli più capaci di differenziare neanche l'alba da un tramonto.
Quel mondo abitato da sole speranze esiste, eccome se esiste.
Forse è semplicemente il paradiso che qualcuno ha voluto preparare per noi regalandoci una visita guidata.
Forse è solo un brivido da godere ancora da vivi prima che i nostri occhi si chiudano per sempre.
Forse è solo una dimensione riservata a pochi che non merita neppure di essere compresa da tutti.
La verità è che volare spaventa perché là sotto tutto somiglia a un pericolo, ma quando prendi gusto a rimanere lassù, non hai più voglia di atterrare tra quei palazzi fatti di sole miserie.
Sono fortunato, lo sono come tanti, ma è la consapevolezza che rende tutto più grande.



meraklidikos@gmail.com

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