venerdì 15 luglio 2022

Negli ultimi mesi mi è capitato di trasferire in un nuovo locale la mia collezione di lattine di birra.
Grazie a questa complicata operazione, certamente non semplice ma di sicuro stimolante, ho avuto modo di rievocare tanti aneddoti capitati nel corso del trentennio che l'ha vista crescere e superare oggi le 3000 unità.
Ogni lattina ripresa in mano, ha riportato la mia memoria alla sua origine.
Marche stampate e disegni rievocativi raccontano ancora oggi e a distanza di decenni, il sapore di ciò che contenevano, il luogo da cui provenivano e, nel caso in cui mi erano state regalate, le persone che me l'avevano portate da qualche parte del mondo.
Una in particolare mi ha riconsegnato alla memoria l'Oktoberfest del 1999 a Monaco di Baviera, in Germania.
Ero a Marienplatz, il cuore della meraviglia tedesca, quando mi accorsi che un clochard sdraiato su una panchina, stava bevendo una Pilsener da una strana lattina che di sicuro fino a quel momento non aveva mai preso parte alla mia collezione.
Mi avvicinai a lui e con segni improponibili gli feci capire che avrei aspettato volentieri che finisse di bere per recuperare quella lattina vuota, in quanto ci tenevo ad averla.
Lui capì subito, ma mi invitò a sedermi di fianco a lui.
Più che un invito, a dire il vero, fu quasi un'imposizione, il prezzo da pagare per ottenere ciò che gli chiedevo.
Ma fu altro quello che stava per trasformare quell'esperienza in qualcosa di indimenticabile: quell'uomo tirò fuori da una borsa abbandonata sotto la panchina che l'ospitava, un'altra lattina di birra.
Era nuova ed identica a quella che stava già bevendo.
L'aprì con le sue mani sporche e me la consegnò tra le mani.
Non potei rifiutare perché la sua mimica fu chiarissima: il prezzo di quella lattina ammontava alla condivisione totale della sua consumazione in compagnia.
I miei amici rimasero increduli ad osservare a distanza quello che ero riuscito a combinare quella mattina per ottenere una cazzo di lattina di birra vuota, distratti e non consapevoli che di fatto dentro quel bicchiere di latta per me c'era molto di più.
Eravamo sotto una delle torri del duomo di Monaco, quella che ospitava il celebre Glockenspiel, il più grande carillon della Germania che ancora oggi si aziona solamente tre volte al giorno.
Furono quelle statuine danzanti ad accompagnare i nostri saluti.
Oggi me la ritrovo tra le mani, la riguardo, la rispolvero e la ripongo tra altri 2999 ricordi limpidi o sbiaditi.
Sorrido, proprio come feci tanti anni fa con il mio amico tedesco, consapevole come allora che sono le persone insospettabili quelle che t'insegnano veramente come bisognerebbe stare al mondo.
Sono loro, più di molte altre, ad avere compreso come va bevuta per davvero la vita, contrariamente a tanti astemi che sanno fare solo finta di essere ubriachi di emozioni e barcollanti di sapere.





meraklidikos@gmail.com

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