venerdì 24 gennaio 2020

Il 24 gennaio del 2003, all'età di 82 anni, moriva a Torino Gianni Agnelli, colui che mai esercitò la professione forense ma continuerà a vivere dentro ogni pagina che racconterà di lui come l'Avvocato.
Icona apprezzata del capitalismo mondiale, figura importante dell'economia europea e simbolo indiscusso dello sport italiano.
Sua era la Fiat, sua era la Juventus, sua era #lapassionedifarelecose.
L'Avvocato: la sua famiglia, i suoi nipoti, i suoi pronipoti.
L'Avvocato: le sue donne, le sue automobili, le sue barche.
L'Avvocato: i suoi abiti, le sue cravatte, i suoi orologi.
17 anni fa ci ha lasciato il Meraklìs italiano, quello vero, quello raro, colui che più di chiunque altro è riuscito a "godersi le cose, non per farsi vedere, ma per se stesso": ricordate?
Meraklìdikos è l'aggettivo di Meraklìs, la passione di fare le cose, la passione di vivere: una cosa che si sta perdendo.
L'Avvocato è stato riconosciuto come un uomo giusto; per lui hanno pianto imprenditori e operai.
Ricordo quella grande sala bianca allestita al Lingotto, una camera ardente semplice e discreta; la bara marrone ricoperta di rose, il quadro dipinto dalla figlia Margherita e le centomila persone comuni che accorsero a rendergli omaggio.
Mi piacerebbe pensare che ognuno di noi possa essere ricordato per quello che è stato e non per quello che aveva, per quello che è e non per quello che ha, nel rispetto di un pensiero evoluto attestante che l'essere conta certo più dell'avere.
Il Meraklìs torinese ce lo ha confermato, nonostante figlio di una borghesia capitalista che forse, come nessun'altra, è riuscita a farsi voler bene dalla maggior parte della gente che ha sfamato.




meraklidikos@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento