venerdì 13 marzo 2020

Quando tutto questo sarà finito, giuro che non spenderò più un centesimo dei miei spiccioli per il popolo francese.
Al diavolo Parigi e la sua torre di ferro battuto arrugginito: noi abbiamo monumenti di arte pura in ogni angolo del paese.
Si sfaldino le boutique della loro moda sciatta e crescano le nostre firme innovative e sorridenti.
Stapperò bottiglie di vino buono prodotto nel mio stivale e con i loro champagne annaffierò i gerani dei miei balconi.
Guiderò automobili costruite a Torino con la speranza che qualcuno, un giorno non molto lontano, possa trasportarci dentro ciò che ci appartiene per riportarlo a casa.
Mi riferisco alle opere d'arte firmate da Leonardo e Canova, custodite oltralpe dentro i musei edificati con i soldi di chi li visita pensando che il tutto sia patrimonio francese...
Tra questi ci siamo da sempre anche noi, Puffi per Gargamella e Capre per Sgarbi, pellegrini di un bosco governato da chi è capace di lavarsi solo le mani nei lavandini disinteressandosi di tutto il resto.
I furti napoleonici si verificano ancora oggi nella evidente e preoccupante arroganza del popolo francese, che si sente autorizzato a formulare giudizi dettati solo dall'invidia.
Capisco che trovarsi a dover vivere confinanti coi migliori, coi più belli e coi più forti porta a logorarsi il fegato, ma non è colpa nostra se non sono capaci di cucinare un piatto di spaghetti al pomodoro o cuocere una pizza dentro un forno a legna.
Pazienza per la mia barba: indubbiamente i prodotti migliori per la sua cura provengono dalla loro capitale.
A questo punto deciderò di farla crescere ulteriormente, con l'auspicio di diventare ancora più barbone di quanto non lo siano loro.
La presa della Bastiglia abbia inizio: almeno così avranno modo di raccontare al mondo chi sono veramente.





meraklidikos@gmail.com

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