Quando mi capitava d'incontrarti in giro per Chieri con uno dei miei motorini, mi ripetevi sempre la stessa cosa:
- Collè: prima o poi te le sequestro tutte ste cazzo de biciclette...
Pazzesco.
Avevi
il sorriso sempre stampato in volto, eppure un malumore nascosto,
invisibile ma conosciuto a tutti, ti stava consumando la vita.
Abbiamo
sottovalutato quanto bisogno di attenzione avevi, quanto silenzio
interiore c'era in fondo alla tua stravaganza e quanto desiderio d'aiuto
imploravi raccontandoci la tua forza, la tua onnipotenza e la tua finta
sicurezza.
Abbiamo provato a farti sentire il
migliore, ognuno con le proprie forze e ciascuno con i propri mezzi, ma
evidentemente abbiamo sbagliato qualcosa.
Forse
siamo un po' tutti responsabili di questa tragedia assurda, che non
coinvolge solo te ma chi ti ha amato, chi ti ha voluto bene e chi
stasera, come me, continua a chiedersi cosa sarebbe servito per evitare
tutto questo.
Perdonaci Fabio.
Perdona me e chi con me avrebbe potuto e non ha fatto abbastanza.
Sali in sella alla tua Ducati oppure allaccia la cintura di sicurezza a bordo del tuo BMW.
Decidi tu come partire, due o quattro ruote che siano.
Fai buon viaggio e almeno lassù prova a non sequestrare nulla agli angeli.
E
se ti capitasse di distrarti durante i tanti posti di blocco che
deciderai di fare, voltati verso di noi e continua a sorridere, convinto
e certo che in fin dei conti ti abbiamo sempre voluto bene: "tutti".
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