mercoledì 15 dicembre 2021

Quaggiù sono tutti matti.
Non pensavo di trovare un mondo così malato, così tanto schiavo delle informazioni che vi rimbombano e così esageratamente condizionato dalle scelte che vi impongono.
Quando mi sono deciso ad uscire allo scoperto, ho trovato volti nascosti e privati dei propri sorrisi, mani consumate dallo sfregamento di un gel disinfettate e corpi provati da un periodo di clausura innaturale.
Mi sentivo decisamente più a mio agio cullato dalle acque che per nove mesi mi hanno ospitato, e quando le stesse si sono rotte per agevolare la mia uscita, mi sono accorto che quello che mi stava aspettando era il paradosso dell'ingresso in una gabbia di matti.
Ho visto uomini e donne col volto mascherato in coda per farsi vaccinare, ma anche uomini e donne manifestare in piazza col volto scoperto.
Cantavano un pezzo triste e di una monotonia indicibile, simile a quel "bella ciao" che mamma e papà ascoltavano quando mi aspettavano guardando la casa di carta.
A dire il vero, se ricordo bene, qualche maschera c'era anche lì.
Il testo era sempre lo stesso e ripeteva qualcosa di simile a "la gente come noi non molla mai".
Ho capito da subito che sarei stato destinato a vivere un mondo già diviso prima ancora che io nascessi, un mondo dentro cui non sarebbe mai esistita la quiete dei corpi che lo abitavano, un mondo fatto di anime apparentemente pure perché vaccinate da richiami dubbi contrapposto ad anime apparentemente impure perché prive di alcuna dose di salvezza.
Un mondo di matti insomma, un mondo fatto di asintomatici e intubati, di scienziati e viroligi, di politici e controllori.
Ed io che mi aspettavo pagliacci e clown per ridere a crepapelle.
Forse, a pensarci bene, li ho trovati sul serio, ma ciò che li differenzia dall'idea che avevo di loro è che non fanno ridere poi tanto e le loro maschere sono meno colorate di quelle che vedevo nei miei sogni.
Vorrei andarmene via da questo circo pieno di animali feroci e scimpanzé antipatici.
Vorrei poter giocare in un parco con tanti alberi da abbracciare e tanti laghetti abitati da famiglie di anatre in coda senza mascherine in compagnia di cigni bianchi e silenziosi che testimoniano la purezza di una guarigione.
Vorrei poter correre a tutte le ore del giorno, respirando tanto green e poco pass senza che nessuno mi fermi per chiedermi di visionare un codice che nell'acqua della mia precedente vita non esisteva.
Vorrei poter vivere la vita che merito, bevendo latte buono, passando tra un abbraccio e l'altro di volti scoperti e sorridenti e facendomi sbaciucchiare da chiunque avesse voglia di farlo.
Spero di riaprire gli occhi e dimenticare tutto in fretta, convinto di aver vissuto solo un brutto sogno in una notte buia infettata da istanti ammalati, perché la vita che merita il giorno illuminato dal sole è tutta un'altra cosa.




meraklidikos@gmail.com

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