mercoledì 16 marzo 2022

Un altro Campochiaro se n'è andato, un altro fratello dei nove, lo sceriffo, il sesto figlio del cavaliere Achille Campochiaro e della contessa Assunta Mongelli.
Si è sdraiato in pace sul letto del riposo eterno per riabbracciare sua moglie, la cara zia Maria, volata in cielo l'anno scorso.
Ha sofferto tanto nell'ultimo anno, e di certo non lo meritava, ma adesso è lì con lei, ad accarezzarla ancora con dolcezza raccontando al mondo la sua vera natura, quella che un po' tutti i fratelli Campochiaro hanno davvero, ma da sempre tengono nascosta.
Zio Armando è padre dei cari cugini Anita, Luciana e Achille, tre dei numerosi componenti lo squadrone con cui rappresentiamo la nostra grande famiglia.
In momenti tristi come questi, riconosco il presente nei volti di tutti i miei cugini e il futuro nel sorriso di tutti i figli che abbiamo messo al mondo.
Per qualcuno addirittura a sorridere sono già i nipoti, ma restano in primo luogo i nostri genitori gli artisti firmatari delle opere d'arte sopra cui è stato disegnato il loro passato di sacrifici e il nostro presente sereno.
Un passato che da sempre ci hanno raccontato orgogliosi, grazie al quale tutto oggi è diventato famiglia, stima reciproca e rispetto.
Che viaggi come questi possano aiutarci a volerci più bene e che abbracci come quello tra zio Armando e zia Maria scaldino i nostri cuori e quelli di chi ha avuto la fortuna di conoscerli, affinché ogni unione rimanga solida e saldamente ancorata alle giuste cause che uniscono sempre e non dividono mai.
Ogni grande famiglia, se rimane unita, contribuisce a rendere questo mondo migliore, ne sono certo.
Ciao zì Armà: abbraccia la tua amata, la tua mamma e il tuo papà, zia Titina e zia Lucia, e sorridici sempre dal cielo.
Ogni volta che tornerò a Potenza, farò quella salita che ci divide e mi volterò sempre sulla mia destra per vedere la tua casa, come ho sempre fatto per tanti anni con la speranza di vederti per salutarti.
Non ti ho mai incontrato, chissà dove cavolo ti nascondevi.
Immagino che con tutte quelle vasche del consorzio da vigilare sarai stato sempre "super impegnato".
Oggi però sono certo che ti troverò, sarai sempre lì ad abbracciare zia Maria sul balconcino dell'ingresso di casa tua.
Mi saluterai con la mano e mi inviterai finalmente a bere un caffè davanti al tuo caminetto caldo.
D'altronde meglio tardi che mai, non credi?
Buon viaggio in paradiso e, solo per farti felice, questa volta lo grido anch'io.
Forza Napoli...




meraklidikos@gmail.com

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