martedì 12 ottobre 2021

Nel 1981 avevo otto anni, nel 1991 diciotto e nel 2001 ventotto.
Samuel è nato in quell'anno, tre anni prima di Christian.
Nel 2011, quando ho smesso di giocare a calcio, ne ho compiuti trentotto.
Poi tutto è volato via come un soffio di vento fino ai giorni nostri, rampolli di un 2021 indimenticabile in cui è arrivato il piccolo Lorenzo a riaccendere il quadro di una tanto auspicata ripartenza.
Stanotte mi accorgo che è veramente semplice arrivare ai quarantotto raccontandomi in così poche righe, ed è davvero un azzardo correre veloce nella macchina del tempo che ho guidato fin qui.
Addirittura mi ritrovo a festeggiare il compleanno felicemente sdraiato dentro l'ennesimo 13 ottobre colorato d'autunno.
Nessuna selezione per lo Zecchino d'Oro da presentare e nessun CBR 600 sopra cui sedersi per farsi immortalare.
Nessun concorso in Polizia per cui studiare e nessuna vespa arrugginita da restaurare.
Tra le tante rimane un'immagine dentro cui sorridere, una foto con i sassi di Matera a fare da sfondo a chi si addormenta bambino e si risveglia adulto, stralunato dentro il presepe silenzioso del proprio vissuto.
L'assenzio della giovinezza è terminato, ma solo a quest'età ci si rende conto che di monumenti da visitare ce ne sarebbero ancora tanti.
Quello che racconto sono pezzi di puzzle che scorrono nella galleria del mio telefono.
Foto archiviate dentro un album capiente quanto un numero: il quarantotto, ben disegnato con cinque multipli di otto.
Rappresentano immagini che accompagnano ricordi e speranze sempre più vicine allo scoglio dei cinquanta.
Samuel mi rimprovera spesso di essere un ciccione goloso di cioccolato.
Christian un mangione di Haribo.
Per fortuna Lorenzo non parla ancora, altrimenti arricchirebbe la lista della spesa con ulteriori dolciumi.
Quanto è bello però voltarsi indietro e vivere la consapevolezza di ciò che siamo stati.
Riconoscere la bellezza di quello che ci ha reso fieri e la magrezza degli errori che certamente oggi non faremmo più.
In giorni come questi non resta che l'amore per la propria famiglia, il rispetto per il lavoro e la passione per qualcosa da collezionare.
Il presente raccontato come il passato, in brevi archi temporali immortalati dentro tante immagini sfuocate e poche parole disordinate
Non è giusto darlo per scontato, ma ricoprirsi di qualche ruga a favore della possibilità di raccontarsi ancora, rende tutto simile a un privilegio stupendo.
Sicuramente nelle giornate che verranno continuerò a cercare una valida ragione per sorridere sempre a discapito delle preoccupazioni che immancabilmente si paleseranno.
Proverò ancora a considerarmi un ragazzo cresciuto, dimenticando di essere in realtà un uomo con la barba colorata di sale e di pepe timoroso del futuro.
Aprirò il cuore agli avidi di sorrisi, a quelli che sigillano le loro giornate dentro pregiudizi e invidie inutili, a quelli che conoscono molto bene gli insegnamenti ma dovrebbeto studiare un po' di più l'arte dell'ascolto.
Io fin qui ce l'ho messa tutta.
Spero solo che i fotogrammi dei miei primi quarantotto anni possano raccontare questo sforzo a chi avrà il piacere o la sfortuna di osservarli.
In fin dei conti siamo tutti multipli degli anni che viviamo, numeri addizionati, sottratti, moltiplicati e divisi nelle operazioni delle stagioni che cambiano di mese in mese colore e temperature.
Sarà meglio rallentare senza rischiare di farsi male piuttosto che correre e ferirsi gravemente.
Ricercare la proporzione perfetta, la bontà del proprio animo e un equilibrio interiore dentro cui provare a sviluppare al meglio ogni emozione della vita, per ottenere quanti più possibili risultati vicini a quelli attesi.
È questo l'augurio più bello che faccio a tutti, me compreso, in questo giorno di festa: buon compleanno Rocco.




meraklidikos@gmail.com

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