venerdì 13 ottobre 2023

Quel pomeriggio sei sbucata dai classici con un libro in mano: lo sguardo incuriosito e un sorriso accattivante.
Io ero in cassa.
Ti avevo portato le copie del mio libro, "Una notte al centralino", quella che avremmo presentato qualche giorno dopo nella tua splendida libreria.
Quando ti ho visto ho resettato ogni idea che mi ero fatto di te sentendoti al telefono e scrivendoti messaggi lunghi e noiosi.
Ricordo la tua accoglienza, le tue buone maniere, la grazia con cui hai reso quegli istanti unici e indimenticabili.
Dovevamo organizzare la presentazione di un libro, ma da lì in avanti abbiamo scritto una favola stupenda.
Le pagine iniziali non sono state per niente facili da condividere col mondo, non semplici da raccontare coi colori che meritavano.
Solo io e te possiamo ricordare fino in fondo quanto è stato difficile conferire la giusta bellezza ai capitoli della nostra storia d'amore.
Nessun altro.
Abbiamo fatto le valigie e siamo partiti, senza sapere dove saremmo arrivati, dove avremmo dormito e cosa avremmo mangiato.
Ascoltare tutte le notti la musica che ci piaceva, era tra la terapie più efficaci a farci sorridere.
Peccato che al mattino ci risvegliavamo sempre rotti perché quelle canzoni le ascoltavano sdraiati sul pavimento: ora guarda dove siamo, guarda cosa abbiamo intorno.
Tante vite, tutte immobili sopra la scacchiera pregiata del nostro tempo.
Io e te, un Re e una Regina pronti ad essere incoronati da altre comparse che ci hanno voluto accompagnare fin qui.
Ci sono mio padre e tuo padre, i Re dei Re, due ex gladiatori e combattenti veri che non hanno mai rinunciato al sacrificio.
Ci sono mia madre e tua madre, due Regine d'altri tempi, dolci, amorevoli e capaci di annullarsi integralmente per amore nostro e dei nostri figli.
Le mie ali più grandi, Samuel e Christian, alfieri che hanno conferito alla mia esistenza la capacità di osservare sempre il mondo dall'alto; afieri che hanno resettato molte mie insicurezze restituendo alla consapevolezza l'inutile paura che avevo spesso di precipitare.
Samuel e Christian, alfieri a forma di ali che sprigionano il coraggio, la forza e l'aria giusta prima di ogni volo che ancora oggi mi viene voglia di spiccare.
Torri forti e indistruttibili come mio fratello e mia sorella, che insieme alle loro splendide famiglie hanno sempre contribuito a farmi diventare migliore.
Torri incantevoli e meravigliose come le tue amiche pazze, quelle a cui mi sono affezionato da subito, quelle con cui hai riso e pianto durante i momenti più belli e più brutti.
Ci sono anche due cavalli di razza pura, due mustang scatenati di indole fedele, la loro scuderia vincente capitanata da Michelangelo.
Michele e Mariolina non mi hanno mai lasciato solo, sono stati sempre al mio fianco, da quando ero bambino fino ad oggi, per cinquant'anni, per mezzo secolo di vita, in qualsiasi istante e a qualunque costo.
I soli a ricordarsi l'eterno valore dell'amicizia in ogni occasione.
L'amicizia preziosa, rara, quella che a tratti assomiglia tanto all'amore, all'amore vero.
E poi quanti pedoni, tutti sempre pronti a fare le giuste mosse andando nelle direzioni appropriate per esternare il loro affetto nei nostri confronti.
I tuoi zii e le tue zie, risorse ineguagliabili che solo chi ha conosciuto bene così come ho fatto io può raccontarli nella loro grandezza e nella loro generosità d'animo.
I tuoi cugini, i nostri amici, la squadra del mio sindacato, quella della tua libreria, Claudia.
Sono arrivati tutti in pace, nessuno è in guerra.
Sono tutti contenti e ben vestiti.
Sono tutti pronti ad abbracciarci e cantare insieme a noi.
Guardati intorno e osserva bene quanta grazia, quanta bellezza, quanto amore.
Insieme abbiamo deciso che i temi del nostro matrimonio sarebbero dovuti essere il rhum e i libri.
D'altronde a giocare con gli scacchi s'impara sulla carta prima ancora che davanti a un doppio orologio bloccato o fatto ripartire dai giocatori.
Se poi ogni partita te la giochi con un bicchiere di Zacapa in mano, ogni mossa diventa più semplice.
Ma oggi vedo correre qualcosa di più importante sulla scacchiera della nostra festa; qualcosa che più di qualsiasi altra riesce sempre a farsi rincorrere, vista la sua naturale propensione al gioco.
Muove e sposta ogni cosa nonostante le sue fattezze e la sua giovane età.
Si chiama Lorenzo ed è il nostro scacco vincente, uno scacco poco matto ma tanto savio.
Il nostro bambino, colui che ogni giorno sfianca ma insegna, sorride e scioglie, impara e stupisce: il nostro respiro, quello che ci sveglia e ci riaddormenta.
Lorenzo è la nostra quercia più piccola a cui continueremo a dedicare tutte le attenzioni e le cure indispensabili per fa sì che cresca forte e sano.
Quante volte ci siamo ripetuti che Lorenzo non è "un bambino" ma è "il bambino".
Quanta strada, quanta vita e quanta dolcezza nasconde dentro ai suoi occhi: a lui vada tutto l'amore del mondo dei grandi, lo merita, come lo meritano tutti i bambini dell'universo.
Mancano poche mosse ormai, e tutto sarà festa, foto, musica e sorpresa.
Abbiamo preparato il nostro matrimonio provando a immaginare tutti contenti di portare a casa un bel ricordo, una bella emozione.
Ci auguriamo ancora che questo avvenga.
Ma da domani ci sarà la vita, quella fatta di quotidiano, lavoro, sacrifici e corse interminabili.
La vita da vivere ancora, quella in cui sperare, quella dentro cui dovremo inevitabilmente a volte ridere e a volte piangere.
Da domani, oltre che "padre e madre" e "figlio e figlia", saremo "marito e moglie".
In qualsiasi stagione alternata agli anni, a qualunque ora dei giorni che verranno ed in qualsiasi istante scandito dal tempo, proviamo a non dimenticare mai le emozioni vissute in questo giorno di festa e chi ci ha aiutato a viverle.
Ogni volta che la vita ci costringerà a fare due conti, ricordiamoci sempre della nostra scacchiera dorata e di tutti coloro che da sempre l'hanno abitata e oggi sono qui per onorarla ancora.
Io ti prometto che lo farò e ce la metterò tutta per rendere il tuo futuro simile a quello riservato a una grande Regina.
Amore mio: ora dovrei dirti che ti amo, lo prevede il protocollo, ma tu sai bene che a me piace sempre stravolgere ciò che risulta scontato.
Te lo sussurrerò nell'orecchio, quando saremo soli e lontani dagli scacchi.
Davanti a tutti preferisco dirti solamente grazie.
Grazie per l'affetto che hai sempre palesato per Samuel e per Christian, per avermi donato Lorenzo e per aver accettato di sposarmi in questo giorno così significativo.
Grazie per ciò che sei stata da subito, per l'amore che mi hai regalato in questi anni e per ciò che farai di me in quelli che verranno.
Grazie per ciò che sei, per quello che dai e per quello che meriteresti spesso di domandare ma nei tuoi silenzi rinunci a chiedere.
Sei il regalo più bello che il destino poteva riservarmi per cominciare nel modo migliore il secondo tempo della mia vita.
Io continuerò ad amarti forte, per tutto il tempo che il futuro mi darà modo di vivere.
Te lo prometto.
Grazie Eleonora.




meraklidikos@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento