mercoledì 7 giugno 2023

Qualche giorno fa Roberto mi ha inviato questa foto.
Nel pieno rispetto della sua riservatezza e della sua introversione, mi scrive semplicemente una data: 15 novembre 2009.
Sorrido stupito.
Faccio due conti e rimango anch'io in silenzio. Sono sbalordito perché sembra impossibile riuscire a credere che da quella giornata di formazione in pista ad oggi siano passati quasi quindici anni.
Tre lunghi lustri dentro cui sono successe tante cose, belle e brutte, ricercate con fermezza oppure scovate per caso, desiderate fortemente o del tutto inaspettate.
In quindici anni un poliziotto cambia per tre volte la sua qualifica, il suo grado.
Gli studenti concludono almeno tre cicli scolastici, gli automobilisti fanno sei revisioni alle loro macchine e chi ha problemi di vista cambia più volte le lenti dei propri occhiali.
Si fanno figli, esami e tatuaggi.
Si scrivono libri, si battono le mani ai matrimoni e si versano le lacrime ai funerali.
Si gioca e si vince.
Non si gioca e si perde.
La mente viaggia e spesso la si smarrisce.
La si ritrova e si fa di tutto per perderla di nuovo.
Si suona e si canta.
Si studia e si insegna.
Si giudica e ci si sente giudicati.
In quindici anni si impara a sorridere quando la partenza è tristezza e ci si rattrista quando invece, al contrario, è la felicità a scrivere i capitoli iniziali di un sesto di vita.
Dentro quindici anni di vita vissuta c'è sempre una vita intera, per questo bisogna solo sorridere quando una foto può raccontarla con tutte le sue sfumature.
Certo, dentro la foto di Roberto è evidente che non c'è un Rocco del tutto felice.
Tutt'altro: appare stanco nonostante qualche ruga in meno.
Oggi è felice e pieno di rughe.
Riesce a vivere decisamente meglio i suoi nuovi quindici anni.
La grandezza delle cose belle che gli sono capitate allargherà sicuramente il suo sorriso negli scatti che verranno.
Ciao Roberto.
Grazie.




meraklidikos@gmail.com 

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