sabato 9 maggio 2020

Buongiorno amici di Meraklìdikos e felice weekend a tutti voi.
È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ci siamo incontrati a suon di botta e risposta sul blog.
Nel frattempo sono successe molte cose, forse troppe, talmente tante che è stato sempre più difficile scegliere un un argomento per cui scrivervi
Qualcuno è stato contento di non leggere, qualcun altro dispiaciuto, a tal punto da chiedermi il perché di questo silenzio.
C'è chi è riuscito a distrarsi per pochi minuti, chi invece a preoccuparsi per ore; peggio ancora chi si è sentito offeso o addirittura prima ferito e poi abbandonato.
La verità è che scrivere è un po' come leggere.
Ci sono giorni in cui potremmo divorare un libro in poche ore, altri in cui non lo terremmo in mano neanche per tutto l'oro del mondo.
Ci sono giorni in cui potremmo irrigare campi interi con le parole, bagnare come un fiume in piena ogni spazio bianco dei fogli di carta che ci capita di riempire.
Certo è strana questa passione della lettura, ma forse lo è ancor di più quella della scrittura.
L'ultimo nostro arrivederci risale al giorno in cui la bandiera della liberazione italiana sventolava impetuosa.
Oggi non c'è più vento.
Tutto tace dietro il mutismo delle mascherine che indossiamo, tutto spaventa nelle passeggiate rubate per riassaporare un pizzico di libertà, tutto trema nel riconoscerci zombie ormai incapaci di capire dove stiamo andando.
Pasquale è morto mentre cercava di garantire alle carceri svuotate un bandito.
Hanno celebrato il suo funerale ieri, nell'indifferenza spettrale di un paese abitato addirittura da chi ha gioito per la sua morte.
Anche i medici in corsia continuano ad ammalarsi prima e a morire dopo; sono diventati numeri, statistica, diagrammi simili a quelli colorati che quotidianamente studiamo per dare una risposta a chi giustamente ci chiede di comportarci bene.
Siamo schiavi di fasi da sperimentare, lavoratori agili bravi solo a tenere acceso il cellulare e robot spenti in modalità smart working vogliosi di arrivare quanto prima alla pausa pranzo.
Abbiamo imparato il significato della parola lockdown senza andare a scuola d'inglese, ci siamo specializzati a rivendicare i nostri diritti davanti ad autocertificazioni non compilate e sottoscritte e abbiamo riempito le memorie dei nostri smartphone coi video scaricati da WhatsApp che ogni giorno ci hanno fatto ridere e piangere.
Non ho mai visto i cestini solidali così pieni; se dovessi individuare un'immagine che rappresenti i giorni che stiamo vivendo, la ricercherei dentro quella cartella.
I carrelli famelici di chi va a fare la spesa tre volte al giorno sono in coda ovunque.
Li accompagnano volti attenti a dispensare sorrisi speranzosi che non si vedono perché coperti, e sguardi preoccupati che si intravedono perché scoperti.
Domiciliari ai criminali e condanne a morte agli imprenditori.
Telegiornali complicati da guardare che sembrano registrati e riproposti uguali al giorno prima; quotidiani ristampati difficili da sfogliare senza trovarci dentro ciò che avevamo già letto.
Decessi e guarigioni, ricoveri e dimissioni,  soldi stanziati e mai arrivati, aperture e chiusure, aperitivi abusivi sui navigli e plexiglass sperimentali nei ristoranti.
State a casa...
Potete uscire...
Meglio che state a casa...
Adesso potete uscire...
Fase 1 - Fase 2 - Fase 3
La maturità senza scritti, il calcio a porte chiuse, lo spettacolo senza pubblico.
La satira deludente, i confronti serali mortificanti, gli speciali notturni devastanti.
Sapete che una delle più belle trilogie che ho letto l'ha scritta Oriana Fallaci?
Certo, il soggetto contenuto all'interno di quelle pagine tratta tutt'altro, ma i tre titoli che la compongono sembrano appartenere al quadro che la storia sta disegnando in questi mesi.
La rabbia e l'orgoglio, la nostra Fase 1.
La forza della ragione, la nostra Fase 2.
L'apocalisse, la nostra Fase 3.
Pazzesco, vero?
Purtroppo o per fortuna oggi le torri gemelle dell'onnipotenza dell'uomo le ha tirate giù uno sporco virus.
Ha fatto più vittime dell'Islam perché non solo ha sgozzato degli innocenti, ma ha steso al tappeto anche la speranza di chi è rimasto in vita.
Ci dicono che la Fase 1 è finita, che dobbiamo smettere di parlare di rabbia e tirar fuori l'orgoglio.
Ci hanno catapultati nella Fase 2, quella dentro cui la forza della ragione dovrebbe vincere sopra ogni assurdo azzardo.
Alla Fase 3 speriamo di non arrivarci mai, perché se questa non fosse una prova generale dell'Apocalisse, sarei veramente preoccupato di conoscere quella vera.
Nel frattempo spero che anche oggi ci sia un po' di sole ad illuminare il mio balcone, perché è nell'ombra che vedo proiettata sulle sue pareti che riesco sempre a riconoscere il tramonto.




meraklidikos@gmail.com

6 commenti:

  1. E se l'Apocalisse fosse già andata in onda?! Magari una fase sommersa che ha dato lo start up alla fase 1 ...sí! Io la vedo così...ora, ma senza sapere l'ora, ci aspetta la fase 3, quella in cui ci toccherà Ricostruire 💪😉 o Rinascere🦋.
    Lucia

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  2. Finalmente Rocco, ero presa da altri pensieri tristi in questi giorni, ma non ho dimenticato di pensare perché non scrivessi più. Leggere le tue parole mi è di conforto in un periodo difficile. Grazie. Patrizia.

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  3. Ci si parla ma non ci si relaziona!
    Si è persa la voglia di instaurare veri e propri rapporti interpersonali.
    D'amore, amicali, di lavoro...
    Ci si stupisce se al mercato si comunica con la gente, se in un negozio invece di ordinare solo un kg di frutta si domanda: come stai?
    Se parli col tuo vicino di casa!

    Diventi un'impicciona, una che si intromette nella vita degli altri!
    -Ma che hai di così importante da dire? -
    Una particolare attenzione alla parola, come un'eco che rimbomba dentro ognuno di noi e che esplode come primaria necessità.
    Parlare...
    Raccontarsi e raccontare perché, in primis, siamo persone.
    E così ascoltare ed ascoltarsi.
    Se imparassimo a farlo, non avremmo più paura , perché capiremmo di non essere soli....
    Si comprederebbe che ognuno di noi ha una sua storia da narrare.

    Ora...
    Invece, quasi per magia, tutto questo ha un significato!
    Se ne comprende finalmente la motivazione!
    Quanto è importante socializzare...
    Quanta importanza hanno le parole!
    Pensiamo troppo e sentiamo poco e quando arriva l'agognato silenzio...
    Scopriamo che non ci piace.
    Forse questo dannato Killer ci ha davvero insegnato qualcosa!!!!
    Buona giornata a tutti.
    G.G


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  4. Sempre grande ed attenta nelle tue disamine: grazie G.G.

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