giovedì 16 aprile 2020

Le nostre menti sono state messe a dura prova da una penitenza che ci ha dato il destino.
Siamo rimasti fuori dal confessionale, ma nonostante tutto abbiamo esternato ogni peccato raccontandolo alle nostre coscienze.
Ci siamo ritrovati in ginocchio, esausti e bisognosi di assoluzione, in lacrime e privi di speranza, morti in attesa di tornare a respirare.
Qualcuno si è aggrappato a un crocifisso lontano da ogni trincea, qualcun altro a una scrivania di un reparto Covid.
C'è chi si è ammalato nel tentativo di salvare vite umane, chi invece si sta ammalando a causa della propria solitudine interiore che oramai ha raggiunto ogni lecita tolleranza.
È inutile cercare ulteriori spiegazioni; l'uomo non è più in grado di stare da solo, non ha più la capacità di gestire il suo tempo lontano dai suoi simili e non è per nulla interessato ad investire il suo silenzio in azioni che potrebbero arricchirlo.
Vogliamo crocifiggere tutti disinteressandoci delle giustificazioni evidenziate da ognuno di loro sopra le autocertificazioni debitamente compilate?
Insegnanti che riabbraccerebbero i propri studenti e studenti che riabbraccerebbero i propri insegnanti: assolti.
Operai che sognano le catene di montaggio e ristoratori che vorrebbero riaprire le cucine dei ristoranti: assolti.
Piccoli e medi imprenditori vogliosi di ripartire e zombie dello smart working pronti a ritornare in ufficio: assolti.
Agricoltori, falegnami, meccanici e carrozzieri, dipendenti pubblici e privati, precari e indeterminati, schiavi del reddito di cittadinanza e furbetti del nero oramai legalizzato: assolti, assolti, tutti assolti.
Perché?
Perché non se ne può più, perché la stanchezza psicologica che sta spegnendo le nostre giornate è troppo innaturale per essere condivisa e perché questa storia di dover rimanere a casa, per quanto giusta, ha bisogno di una progettualità che "assicuri" una ripartenza. 
Qui, invece, si combattono guerre nuove armati di MES ed EUROBOND, mentre il mondo piange le numerose anime che se ne sono andate via senza neppure un funerale.
Basta, inventatevi qualcosa, ma ridateci la nostra vita, perché se andremo avanti così ancora per parecchio tempo, moriremo tutti comunque, se non di CORONAVIRUS, a causa dell'obbligo di non poter vivere come ogni anima merita.
Se è vero che è il lavoro a nobilitare l'uomo, che l'uomo ricominci a nobilitare il lavoro.
Con le dovute precauzioni è giunto il momento di tornare a farlo.




meraklidikos@gmail.com

5 commenti:

  1. Sagge parole Rocco, come sempre😉👍

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  2. Condivido pienamente le tue parole caro Rocco. Ti saluto augurandoti una buona giornata.

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  3. Concordo con te, Rocco!👏
    Questa storia marcia sta cominciando a diventare stucchevole e inquietante, per via del grande vuoto d'impotenza che sta generando nelle nostre vite.
    Ciao, ti auguro una buona giornata.

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    1. Dobbiamo ripartire assolutamente. Prendiamo le dovute precauzioni, usando la responsabilità nei rapporti interpersonali. Siamo agli estremi, cerchi di placare gli animi ma ad un certo punto ti rendi conto che la corda è tesa,Vuoi per i rapporti che si esasperano, vuoi le tensioni lavorative. Adda fini'. Bravo Rocco sempre interessante leggerti. Monica Oliva.

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  4. Siiiiiii,ridateci la nostra vita,bravo Rocco 😁

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