sabato 25 aprile 2020

Festeggiate e cantate perché siete tutti convinti di essere veramente liberi?
Certo che sì, lo siete davvero, ed è per questo che fate bene a farlo.
Vi siete svegliati e non avete più trovato l'invasore, qualcuno vi ha seppellito dove desideravate lassù in montagna e qualcun altro continuerà a riconoscere nel bel fiore che sboccerà davanti alla vostra tomba, il simbolo di una libertà prima desiderata e poi conquistata.
Festeggiate e cantate perché siete tutti convinti di essere veramente liberi?
Certo che sì, lo siete davvero, ed è per questo che fate bene a farlo.
Adesso avete regole democratiche che salvaguardano finalmente i vostri diritti, gli stessi diritti che qualcuno aveva soppresso come fossero treni per pendolari.
In effetti un po' traghettatori siete rimasti, bravi a passare da una riva all'altra di ogni fiume in piena, pur di evitare di consegnare le acque a quelli diversi da voi.
Adesso tutto è finalmente regolato dalla libertà dei pensieri e delle parole, da una giustizia apolitica che fa rispettare ogni legge e da un'economia solida che rende i popoli uguali ai governi, senza discriminazioni di sorta e capitali politici onerosi che offendono chi lavora sodo.
Festeggiate e cantate perché siete tutti convinti di essere veramente liberi?
Certo che sì, lo siete davvero, ed è per questo che fate bene a farlo.
Avete combattuto la peste nera a suon di spari, avete seppellito soldati in giacca e cravatta armati di pistole e manganelli e avete appeso a testa in giù la dittatura che opprimeva ogni vostro diritto di poter viaggiare nella direzione a voi più confacente.
Oggi accendete candele, suonate inni e cantate vittoria perché la liberazione è arrivata.
Una liberazione che meglio rispetta i diritti dei lavoratori, meglio tutela la gente onesta e meglio garantisce alla giustizia i banditi.
In effetti viviamo tutti meglio grazie a voi, popolo delle bandiere rosse ancora in grado di strumentalizzare la parola libertà, confondendo la regalità della sua onnipotenza con un passato che avete voluto venisse strappato dalle pagine dei libri di storia.
Festeggiate e cantate perché siete tutti convinti di essere veramente liberi?
Certo che sì, lo siete davvero, ed è per questo che fate bene a farlo.
Ma a questo punto è anche giusto che smettiate di lamentarvi quando tutto va a rotoli, quando nessuno paga la pena che gli è stata inflitta e quando tutto muore sotto le macerie dell'egoismo abusivo.
Imparate a rimanere in silenzio quando i governi che la "sacralità" della vostra costituzione ha disegnato, non sono in grado di reggere il peso della libertà che altri, e non certo voi, hanno conquistato credendo fermamente in quello che ricercavano.
Imparate a non lamentarvi quando la politica vestita di camicie colorate, e ben diverse da quelle nere, sfianca ogni vostro sforzo di sopravvivenza, umiliando in maniera più subdola e maliziosa gli ideali per cui altri, e non certo voi, hanno sacrificato addirittura la propria vita.
Imparate ad accogliere chi sbarca prima e violenta dopo, chi spacca vetrine per manifestare a favore di un'anarchia che ritiene lecita e chi non lavora come voi ma pretende un reddito di cittadinanza nel rispetto di quel diritto di uguaglianza che voi avete fortemente preteso.
Io oggi festeggio gli amici che si chiamano Marco, festeggio i numeri in ribasso dei morti di un'altra guerra priva di partigiani, festeggio un giorno più vicino alla mia libertà, che poi è anche la vostra.
Oggi festeggio l'eroismo degli operatori sanitari, l'emozionante disponibilità della protezione civile e la straordinaria forza di volontà di chi ha contribuito in ogni modo ad ottenere la pace durante questi bombardamenti mediatici e fisiologici.
Oggi festeggio l'ottimismo di chi dovrà rialzare le saracinesche, i sorrisi di chi ha perso molto, ma nonostante tutto ha voglia di riconquistarlo, e la doverosa speranza di voler ripartire quanto prima.
Spero di svegliarmi una di queste mattine, di non trovare più l'invasore dei giorni nostri, quello che gioca togliendo il respiro, uccide senza baionetta e finisce per umiliarti senza concedere neppure un funerale.
È questa la conquista che auspico per il mio 25 aprile, una liberazione lontana dalla storia e ben diversa da quella che oggi avete ancora voglia di cantare.




meraklidikos@gmail.com 

13 commenti:

  1. Caro Rocco, festeggerò io anche per te e quelli che la pensano come te, detto questo non ho piacere a ricevere le tue riflessioni infarcite di luoghi comuni e retorica, triti e ritrito, perciò, amici come prima ma non inviarmi più nulla. Buona Festa.

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    1. Nessun problema; gradirei sapere chi sei però (anche in privato), perché diversamente non saprei come fare visto che non hai firmato il tuo commento.
      Grazie

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    2. poichè vige la libertà di pensiero e non la dittatura con i suoi dissidenti, credo che ognuno di noi sia libero di esprimersi come meglio crede...soprattutto a "casa sua" . La critica deve essere costruttiva e prevede scambio alla pari di pensieri ed idee. Le frasi possono essere offensive anche se non contengono insulti e parolacce. Mi rivolgo a questo Signore dicendo: "...dopo la critica ci vuole una spiegazione, o meglio faccia capire su cosa non è d'accordo e perche!". Mi piacerebbe sapere il suo punto di vista per non farla finire nella categoria di persone chiamate haters.

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  2. Caro Rocco, io festeggio per essere stato liberato dalla dittatura Nazifascista, essendo iscritto convintamente all'Anpi. Per quanto riguarda una parte della tua analisi Politica della situazione attuale, condivido una parte. Buon 25 Aprile comunque anche a te.

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  3. Ammiro chi resiste,
    chi ha fatto del verbo resistere
    carne, sudore, sangue
    e ha dimostrato senza grandi gesti
    che è possibile vivere,
    e vivere in piedi anche nei momenti peggiori.
    Luis Sepúlveda
    ( G.G)

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  4. E, di grazia, chi è che ci avrebbe liberato dal Nazifascismo?
    “Iscritto all’ANPI” presumo sia quindi un over 75 (almeno 85, sempre che a 10 anni possa vantare l’appartenenza alla categoria)
    Altrimenti vale quanto l’iscrizione alla setta dei terrapiattisti
    Fintantoché ci sarà qualcuno come voi ad avere un interesse a che questa festa, che dovrebbe essere “nazionale”, quindi di tutti, sia invece divisiva, con la chiara e dichiarata intenzione di tenere acceso uno scontro e le divisioni che esso comporta, anziché esaltare l’unità del paese intorno ai simboli che la rappresentano, come il tricolore o l’inno nazionale, preferendo, anzi IMPONENDO l’utilizzo di quelli “partigiani” (nel senso letterale del termine), io non avrò assolutamente nulla da festeggiare, di sicuro non “insieme” o da una posizione “subalterna” per vostra, risibile ed infondata, decisione
    Consiglio vivamente una lettura sull’argomento del grande Benedetto Croce che, pur considerato da certa gente un “eretico”, di certo non può essere tacciato di simpatie “nazifasciste”
    Caro Rocco, nel rinnovarti la mia stima, dico invece che a me puoi continuare ad inviare tranquillamente tutto ciò che scrivi, perché anche qualora non lo condividessi, sarebbe comunque per me un motivo di confronto e di arricchimento.
    un caro saluto

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    1. Il confronto, già, quello che molti non sono in grado di imbastire a parole, figuriamoci coi fatti.
      Come possono essere messi in discussione i rapporti interpersonali esclusivamente per una non simile visione del mondo?
      Grazie Max

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  5. Leggerti è un piacere. La libertà da sempre voluta ed ottenuta. l uomo deve essere libero mai come in questo momento, se ne può cogliere l essenza. Saluti Monica Oliva.

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  6. Complimenti Rocco per le tue osservazioni che condivido integralmente.
    Bravo, continua così, continua a scrivere, lo fai bene!.
    Ma soprattutto caro Rocco, non fermarti e continua ad inviare!
    Un abbraccio.

    Luigi Calabrò

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  7. Quando un evento da oltre mezzo secolo è pretesto per fomentare divisioni e polemiche, spesso feroci, è di fatto un monopolio politico utilizzato contro uno sbandierato pericolo ipotetico che di fatto è morto 75 anni fa e mai potrà ripetersi, almeno con quelle modalità, essendo mutati profondamente i presupposti politici, storici, culturali, economici e sociali, fino a quando non sarà possibile guardare alla storia di ciò che accaduto con serenità di analisi e di giudizio, fino a quando il Paese non riuscirà a guardare oltre, cercando una prospettiva di crescita culturale, sociale e politica che miri ad uno sviluppo serio e sostenibile...fino ad allora e solo allora si potrà definire il 25 aprile una festa nazionale in cui tutti gli Italiani si potranno riunire per festeggiare una nazione migliore.

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  8. Quello che ti additano come retorica provoca il fastidio di dover ammettere che siamo completamente diseducati a voler bene alla nostra democrazia, ereditata e maltrattata.

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  9. "Nessuno si salva da solo..."
    Non sono abituato a scrivere o a commentare post pubblicati... Ma ho riflettuto molto. Sicuramente poter esprimere la propria opinione liberamente è una vittoria, frutto di un lungo e tortuoso processo contraddistinto da lotte, battaglie, che ha avuto un costo non indifferente di vite umane... Mai dimenticarlo.
    Poter esprimere un'opinione comporta coraggio perché genera commenti, si viene giudicati per quello che si esprime e per quello che viene interpretato. Scrivere e comunicare è complicato. Riuscire a far arrivare un messaggio, al proprio pubblico, per come lo intendiamo non è semplice...
    Fortunatamente, la libertà ci ha resi soggetti diversi, con opinioni diverse. Il punto forte è il confronto, la crescita che la riflessione su idee contrastanti ci può far maturare e raggiungere nuove idee e consapevolezze che senza, da soli, mai saremo riusciti a considerare. La divergenza non dovrebbe essere un limite, o creare divisioni e conflitti, ma crescita per il superamento dei nostri limiti.
    Ma tutto questo è possibile solo se si manifesta "rispetto". Rispetto della diversità di opinione, e di ogni altra tipologia, o manifestazione, con la quale la diversità può palesarsi.
    Bravo Rocco, hai coraggio e non arrenderti. Ogni critica, anche non condivisa, sia spunto di riflessione e crescita.. Mai arrendersi e resistere ad ogni costo...
    "Nessuno si salva da solo..."

    Libertà... potremo stare a discutere ore, giorni e anni... ma occorre contestualizzare l'ambito altrimenti paragoni e concetti sarebbero generici e indefiniti. Una comunità per vivere ha necessità di stabilire e rispettare regole. Ma nonostante ciò pensate davvero che il Monaco Buddista, l'eremita, l'indigeno della foresta amazzonica, piuttosto che l'uomo primitivo, siano stati o sono davvero liberi??? Ognuno deve sottostare alle regole che siano stabilite dall'uomo o dalla natura...
    Rocco.. tuo omonimo.

    P.S. Bella la citazione di Luis Sepúlveda

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