giovedì 19 marzo 2020

C'è chi contagia perché è stato contagiato.
Chi è intubato e non ha potuto farne altrimenti.
C'è chi si risveglia ringraziando in lacrime chi lo ha soccorso.
Chi muore è non ha avuto modo di farlo.
C'è chi cerca risposte cantando affacciato al balcone di casa.
Chi abbassa le serrande perché le ha già trovate.
C'è chi mette tutti i giorni la mascherina in trincea.
Chi indossa tuta e scarpini per andare a correre.
C'è chi fa la coda per fare la spesa.
Chi invece di andare a fare la spesa va a farsi fare la coda.
C'è chi si sente stressato perché obbligato a rimanere a casa.
Chi dentro quell'obbligo ha riscoperto l'amore per le ricchezze dimenticate.
C'è chi resta in pigiama ventiquattr'ore al giorno.
Chi mette lo stesso camice del giorno prima per non potersi permettere di cambiarlo.
C'è chi scarica in poco tempo le batterie dei telefonini.
Chi invece mangia libri a pranzo e a cena.
C'è chi dipinge striscioni da appendere alla finestra.
Chi dalla finestra rimprovera i passanti.
C'è chi decanta di aver aumentato il fatturato.
Chi, al contrario, piange tutti i giorni perché spera di rivederne almeno la metà.
C'è chi non vuole stampare banconote per aiutarci.
Chi non aspettava altro per affossarci.
C'è chi dona milioni perché crede sia giusto.
Chi sta cercando il modo migliore per assaporarne il gusto.
C'è chi rivendica straordinari e aspettative speciali.
Chi fa doppi turni e viene mal giudicato.
C'e chi si crede il fenomeno del raggiro.
Chi ha perso il lavoro e spera nel contagio per lasciarsi morire.
C'è chi fugge per campare.
Chi s'incazza per non crepare.
C'è chi scappa per sentirsi libero.
Chi viene sanzionato per aver violato quel sacrosanto diritto.
In che mondo ci siamo cacciati; siamo tutti stretti dal bipolarismo delle pagine di un capitolo storico che ci vedrà divisi.
Da un lato i perdenti e gli sconfitti dal male, dall'altro gli eroi e i vincitori di un'emergenza per cui si è sacrificata ogni cosa.
Andrà tutto bene per un polo: per l'altro sarà un disastro da sanare, una terapia intensiva da seguire, una resurrezione per cui pregare.
Ma dentro questa guerra che ha la forma di un atomo, tra le piccolezze virali dei vinti e le emergenze inaspettate dei perdenti, ci sono nuclei chiamati MORTI.
Rispettiamo il dolore di chi non ha potuto neppure rendergli l'ultimo saluto, magari celebrando un sacrosanto funerale, perché come sempre siamo bravi ad immaginare, crediamo sia un problema che riguardi solo gli altri e mai noi.
Abbandoniamo quel nucleo, ora e prima che sia troppo tardi.
Trasformiamoci in particelle fresche capaci di coagulare sangue nuovo, un carburante indispensabile per far rinascere un mondo migliore di quello così frenetico e distratto che abitavamo fino a qualche mese fa.
C'è chi crede che questo sia impossibile.
Chi darebbe la vita per vederlo realizzato.
Buona festa del papà a chi, come me, ha due valide ragioni per farlo.




meraklidikos@gmail.com

6 commenti:

  1. Bravo, anche in questo momento molti non hanno cambiato il loro stile di vita. Neanche in questa emergenza si sentono intoccabili,agli strafottenti, buon per loro, glielo auguro. Abbiano almeno la decenza di ringraziare il prossimo, a chi lavora per loro in ogni campo dal sanitario al pubblico al logistico. Anche a chi gli resta lontano non per quest emergenza ma per esigenza, perché è meglio perderle queste mezze persone, irresponsabili non rispettosi delle regole. È nel momento della necessità che si vede la vera amicizia, ecco che questa Emergenza farà grandi selezioni e soprattutto per chi vorrà... Avrà insegnato di eliminare il superfluo è tenere il necessario. Vinca la responsabilità vinca la solidarietà, la salute, anche l Amore che scaturisce tutto ciò.

    RispondiElimina
  2. Come sempre i vostri commenti anonimi sono per me oggetto di ringraziamento per il contributo prima di tutto, e toccasana per la mente che accetta la condivisione di molti (non tutti per fortuna) pensieri.
    Non so chi tu sia, ma quello che scrivi merita un plauso e una doverosa condivisione.
    Andrà tutto bene? Vedremo.
    Per noi atomi capaci di non "sciacallare" credo proprio di sì: per gli altri ogni bene...

    RispondiElimina
  3. Ho commentato io ho pubblicato velocemente, pardon

    RispondiElimina
  4. Io voglio credere che tutto questo l'abbia voluto Dio. 1 perché ha bisogno di più Santi in paradosso per tutto il.male che c'è sulla terra. 2 perché l'uomo deve fermarsi per iniziare ad apprezzare quello che ha: una casa fatta di pareti su cui colorare l'arcobaleno e balconi su cui cantare. Dei figli a cui donare più attenzioni e coccole che ahimé il tempo non sempre ci permette di donargli,un lavoro che a fine giornata ci spegne di stanchezza ma che ci permette di vivere, una famiglia ancora unita e6che oggi tenerla viva è un lavoro faticoso. Di rapporti umani che oggi ci vietano di alimentare con baci e abbracci ma che sono linfa per tutti. Voglio immaginare che tutto questo l'abbia voluto Dio e che presto finirà. Ce la faremo di certo. Ciao Rocco buon maraklidicos ATTILA

    RispondiElimina